Roma. Atac, continua lo scontro sulle catenelle che separano gli autisti dei bus dai passeggeri
Per Atac le catenelle non risultano più necessarie: in questo modo però non è più garantita la sicurezza degli autisti, che si ribellano
Come riportato dall’edizione romana del Corriere della Sera, sugli autobus Atac prosegue lo scontro sulle catenelle. Quest’ultime, dall’inizio della pandemia, per ovvie ragioni, hanno separato gli autisti dai passeggeri, garantendo così una distanza di sicurezza utile a prevenire i contagi.
La disposizione dell’Atac
Lo scorso 7 dicembre, Atac ha diramato una disposizione operativa verso i dipendenti, in cui si legge che “sulle tipologie di vetture dotate di separazione integrale del posto del conducente, non risultano più necessarie le catenelle di separazione poste nella zona anteriore e di conseguenza può essere ripristinato l’originario flusso ingresso/uscita dalle porte”.
I conducenti si ribellano
I conducenti però hanno contestato duramente il provvedimento, ribellandosi alla decisione dell’azienda e ripristinando personalmente la misura di sicurezza usando i mezzi più disparati: dal nastro bianco e rosso da cantiere, scotch, nastri adesivi, fino alle cordicelle.
Scontro tra sindacati e Atac
In merito alle disposizioni governative del 12 novembre (protocollo sui trasporti firmato da Speranza e Giovannini, che “prevede la possibilità per i passeggeri di utilizzare anche la porta anteriore prevedendo l’installazione di un separatore protettivo dell’area di guida e il riavvio graduale della vendita dei biglietti e delle attività di controllo a bordo, garantendo al personale la dotazione di mascherine chirurgiche o di livello superiore”), i sindacati contestano ad Atac che essa abbia imposto la rimozione delle protezioni senza però prevedere misure compensative.
Un punto su cui si sono scontrati sindacati e azienda, nell’ultima riunione di venerdì, è proprio su questo. I primi sedili vicini alla postazione di guida dovrebbero rimanere liberi per garantire una minima sicurezza agli autisti, ma questo non può, di fatto, essere garantito perché non ci sono divieti espliciti. Così, in attesa di nuove disposizioni ma soprattutto di più chiarezza, sugli autobus della Capitale regna l’anarchia.