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“Attività amministrativa in favore di Cerroni”

Lo sostiene il gip di Roma, che cita una telefonata del 2008 tra Fegatelli e De Filippis

Cominciano a emergere i primi dettagli sull’inchiesta inerente la gestione dei rifiuti del Lazio, che ha portato all’ arresto di 7 persone, tra le quali spicca il nome di Manlio Cerroni, patron di Malagrotta.

A dimostrazione del “carattere palesemente pretestuoso dell’attività amministrativa svolta nell’interesse di Manlio Cerroni, anche con la formazione di atti pubblici ideologicamente falsi” il gip di Roma che ha firmato le ordinanze di custodia cautelare per sette indagati cita, tra l’altro, una conversazione telefonica del 20 ottobre 2008 tra Raniero De Filippis, all’epoca responsabile del Dipartimento Territorio della Regione Lazio, e Luca Fegatelli, già dirigente dell’Area Rifiuti.

Al centro del colloquio l’ordinanza firmata da Piero Marrazzo che autorizzava il consorzio Coema ad avviare “l’attività per la realizzazione dell’impianto di termovalorizzazione di Albano Laziale”.

Ordinanza ritenuta illegittima in quanto il commissario straordinario aveva cessato i suoi poteri in data 30 giugno 2008 ed il presidente della Regione Lazio era pertanto divenuto incompetente. “Allora guarda – dice de Filippis – quella di… concentriamoci su Albano perché se intanto facciamo l’ordinanza prima che questi fanno qualche ricorso ufficiale al Tar o che ci venga ordinato qualche ricorso ufficiale perché senno’… quindi tu per domani, dopodomani, mi faresti firmare l’ordinanza?”.

Fegatelli risponde: “Secondo me sì!”. E De Filippis: “Siglare perche’ a firmare la deve firmare il Presidente no'”. Fegatelli aggiunge: “Il Presidente, certo! Comunque….” E De Filippis: “Va bene!”

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