Roma. Atto unilaterale sospeso, si riaprono trattative con i sindacati
Dopo 3 giorni, la decisione: l’amministrazione di Roma Capitale sospenderà con delibera l’atto unilaterale fino al 1 gennaio 2015. Un mese di tempo per trovare accordo con i sindacati
Quasi 3 giorni di nulla di fatto, per arrivare al verdetto finale, licenziato nella tarda serata di ieri. Un braccio di ferro tra sindacati – CGIL, CISL, UIL, CSA e DICCAP- e amministrazione di Roma Capitale. In mezzo, loro: 24mila dipendenti di Roma Capitale, tra amministrativi, Vigili Urbani, maestre ed educatrici. Dipendenti che ieri erano scesi in piazza al grido di ‘Dimissioni’, con fischietti e striscioni. Nutrito e combattivo anche il gruppo delle precarie della scuola (guarda il video delle proteste nel pomeriggio, prima che si raggiungesse l’accordo tra sindacati e amministrazione). 24mila dipendenti che dal 1 dicembre avrebbero visto entrare in vigore il nuovo contratto, deciso con atto unilaterale della Giunta, licenziato dall’amministrazione Marino la scorsa estate dopo che, a poche ore dall’approvazione del Bilancio in aula, il vicesindaco Nieri aveva abbandonato il tavolo delle trattative sindacali.
Un tavolo, quello delle trattative, che sembra possa riaprirsi a breve. Infatti, dopo circa due giorni di trattative a oltranza, con i sindacati che minacciavano di non lasciare il Campidoglio finché l’atto non fosse stato ritirato, si è giunti ad un accordo: la parte politica del tavolo ha concesso un altro mese ai sindacati, accogliendo la loro richiesta di sospensione, fino al primo gennaio 2015, degli effetti dell’atto unilaterale di fine luglio, che sarebbe scattato, come abbiamo detto, l’1 dicembre. Le proteste dei dipendenti insieme ai sindacati, comunque, da fine luglio a oggi non si sono mai fermate: non da ultima, la fiaccolata da Bocca della Verità al Campidoglio. Alla fine, la mediazione è arrivata.
Ora bisognerà vedere come andranno avanti le trattative. Stando alle dichiarazioni dei sindacati sul tavolo le controproposte erano già arrivate, ma l’amministrazione è sembrata più volte sorda. Ora, però, sembra esserci uno spiraglio. Meglio di niente. Unica nota negativa l’assenza di Marino che su tre giorni di incontri si è presentato una sola volta: infatti già martedì, come noto, per motivi familiari, aveva fatto registrare la sua assenza. Anche ieri, come hanno confermato alcuni sindacalisti scesi in piazza, era assente: stavolta i motivi sono sconosciuti.
La sospensione dell’atto era comunque un gesto dovuto da parte dell’amministrazione: se, infatti, fosse entrato in vigore il nuovo contratto stabilito con atto unilaterale della giunta, Roma avrebbe avuto non poche difficoltà nella gestione dei nuovi orari di lavoro, a partire dalle turnazioni negli uffici amministrativi per finire con l’aumento delle ore lavorative per maestre ed educatrici.
Dinanzi ad una evidente carenza di organico, Roma sarebbe implosa nelle mani della stessa amministrazione, che stavolta avrebbe dovuto davvero rendere conto della sua volontà politica di non voler trattare con i sindacati, appoggiati anche dagli stessi lavoratori, che mai hanno abbondonato la piazza.
Insomma, l’atto unilaterale verrà sospeso con una delibera di Giunta; di contro, i sindacati dovranno impegnarsi con la firma di un memorandum di intesa sulla road map del prossimo mese. Obiettivo: mettere nero su bianco un accordo entro il 31 dicembre. E se non dovesse arrivare l’accordo? Potrebbe essere indifferibile e inderogabile l’entrata in vigore dell’atto unilaterale. L’incontro di ieri, si è tenuto alla presenza di tutte e cinque le sigle sindacali – CGIL, CISL, UIL, CSA e DICCAP – e degli esponenti dell’amministrazione come il vicesindaco Luigi Nieri con delega al Personale, e il segretario generale Liborio Iudicello.