Attraverso i Pink Floyd una Rievoluzione alchemica
Spettacolo teatrale con l’ambizione di fondere l’arte visiva con la musica dei Pink Floyd
Liberamente tratto dal romanzo omonimo di Andrea Pietrangeli, è andato in scena il 28 e 29 settembre al Teatro Vascello in anteprima nazionale Rievoluzione per la regia di Andrea Colamedici, uno spettacolo teatrale che ha l'ambizione di rappresentare – fondendo l'arte visiva, con la musica psichedelica dei Pink Floyd eseguita dal vivo dal Gruppo Fluido Rosa – il percorso di una coscienza, quella del protagonista Carlo, un giovane trentenne grafico, interpretato da Enrico Epifani, che a seguito dell'incontro con alcuni personaggi chiave della sua vita – il misterioso Mario, l'amico Maurizio, la donna Beatrice e la lettrice dei tarocchi Amalia Morrone – inizia un processo di trasformazione interiore che lo cambierà per sempre.
L'amico di Carlo Maurizio, interpretato da Nicola Bonimelli, piomba sulla scena raccontando a Carlo di aver visto qualcosa, che la realtà non è quella che appare, che la distanza che c'è tra di loro non è normale sentirla. "Siamo prigionieri non del sistema politico o economico ma di qualcosa di più che si nutre dei nostri pensieri e dei nostri corpi", così Maurizio urla a Carlo irrompendo nella sua meccanica quotidianità, svegliandolo dal torpore delle sue abitudini.
E così inizia la crisi di Carlo che lo porterà a compiere passo passo un viaggio onirico dentro se stesso, nel proprio subconscio, rappresentato attraverso suggestioni create oltre che dalla mimica teatrale, dalla proiezioni di video e dai testi della canzoni dei Pink Floyd.
"Sei uno schiavo i signori di questo mondo ti governano attraverso le tre S, soldi, sesso e salute, la tua mente è programmata, non sei tu a usarla, riappropriati della tua Mente", così Mario, interpretato da Marco Diorio, apparso misteriosamente nella vita di Carlo lo incinta e lo incoraggia affinché esca dall'effetto ipnotico della sua mente.
Non manca l'incontro con una donna Beatrice, interpretata da Vanina Marini, il cui amore autentico sosterrà Carlo nel continuare la ricerca di sé, rafforzando la sua volontà, oltre i dubbi, le paure e il profondo dolore che dovrà affrontare per vedere la verità e far crollare le false credenze.
Lo spettacolo non rappresenta la storia di Carlo ma i movimenti della sua mente che si contorce, si ribella alla coscienza che irrompe, il fuoco alchemico che brucia i demoni, le paure subconscie, sputate fuori per far posto a un nuovo Io, alla nascita di un nuovo vedere.
Carlo alla fine vince con se stesso, si spoglia di tutto, delle sovrastrutture della mente, di codici, programmi e paure liberandosi per sempre dal suo giogo e dalla schiavitù del sistema, conquistandosi così una seconda rinascita quella della coscienza.