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Autovelox illegali: scatta il sequestro in tutta Italia

Gli accertamenti hanno evidenziato non solo la mancata omologazione degli autovelox, ma anche l’assenza del prototipo del sistema di rilevamento

Si può capire se l'autovelox funziona?

Autovelox - AdobeStock - RomaIT.it

In un’azione coordinata che ha coinvolto diverse regioni italiane, la Squadra di Polizia Giudiziaria della Sezione Polizia Stradale di Cosenza ha dato il via a un sequestro di vasta portata degli autovelox denominati T-EXSPEED v 2.0. Una strumentazione utilizzata per il rilevamento della velocità, è stata trovata non conforme alle normative vigenti.

Le indagini sugli autovelox illegali

Le indagini, delegate dalla Procura e condotte con meticolosità dalla Polizia Stradale di Cosenza, hanno rivelato criticità significative nei sistemi T-EXSPEED v 2.0. Gli accertamenti hanno evidenziato non solo la mancata omologazione degli autovelox, ma anche l’assenza del prototipo del sistema di rilevamento, elementi fondamentali per attestare la legittimità delle violazioni registrate.

Questa scoperta ha portato all’emissione di un decreto di sequestro preventivo da parte del GIP di Cosenza, un passo necessario per prevenire ulteriori potenziali danni economici sia per gli enti locali che per i cittadini. Gli autovelox coinvolti erano dislocati lungo strade critiche come la SS 107, la SP 234 nella provincia di Cosenza, e la SS 106 delle Calabrie.

Le conseguenze economiche e giuridiche

La mancata conformità degli autovelox T-EXSPEED v 2.0 non è solo una questione tecnica, ma comporta anche gravi implicazioni economiche e giuridiche. Gli autovelox, di proprietà di società private e noleggiati agli enti locali, potrebbero generare danni erariali in caso di ricorsi da parte degli utenti. La Corte di Cassazione ha recentemente consolidato un principio secondo il quale, in tali situazioni, non solo i verbali vengono annullati, ma i ricorrenti possono anche ottenere il risarcimento delle spese legali.

Questo principio, applicato alle numerose multe elevate tramite questi dispositivi, potrebbe portare a una serie di richieste di risarcimento, aggravando ulteriormente la situazione economica degli enti locali coinvolti.

Le difficoltà delle indagini

Gli investigatori hanno descritto l’indagine come “lunga, complessa ed articolata, irta di ostacoli in considerazione della delicatezza della materia e delle implicazioni economiche che riguarda il settore”. Il lavoro della Polizia Stradale è stato fondamentale per raccogliere prove solide che hanno consentito al GIP di emettere i provvedimenti di sequestro.

L’operazione rappresenta un passo significativo verso la tutela dei diritti degli automobilisti e la trasparenza nell’utilizzo delle tecnologie di rilevamento della velocità. È un richiamo per le autorità locali a verificare con rigore la conformità dei dispositivi utilizzati per l’applicazione del Codice della Strada, garantendo che siano omologati e correttamente funzionanti.