Autovelox usati dai Comuni per fare cassa, gli italiani si ribellano
Gli autovelox sono strumenti di prevenzione. Ciononostante, molti biasimano i Comuni di utilizzarli solo per fare cassa
Si sta diffondendo a macchia d’olio in tutto lo Stivale italico rappresentante la nostra Penisola, il fenomeno illegale della distruzione degli strumenti di rilevamento della velocità dei veicoli in transito. Gli italiani insorgono contro le Amministrazioni comunali che usano i misuratori di velocità solo per fare cassa, posizionandoli in punti “strategici”, dove i limiti di velocità sono particolarmente bassi e soprattutto non giustificati dalla forma della strada e/o dalla pericolosità della stessa.
Autovelox presi di mira dagli automobilisti “ribelli”
Inizialmente gli autovelox furono presi di mira, da soggetti contrariati del loro utilizzo, con lanci di vernice per oscurare gli obiettivi. Poi sono stati coperti con teli, e in ultimo si è giunti alla loro distruzione mediante l’uso di mazze, fionde o pistole, dando corpo a vere e proprie azioni di vandalismo.
Ultimamente assistiamo a una recrudescenza del fenomeno in tutto il territorio nazionale, con l’applicazione di diversi metodi per raggiungere lo stesso scopo di rendere fuori uso gli autovelox. In pratica i dispositivi di misurazione della velocità vengono segati in due da smerigliatrici a batteria (flex a batteria) o da frollini. Nel Nord Italia, in particolare, è stata registrata una vera e propria strage di autovelox.
Conseguenze amministrative o penali?
E’ stato battezzato Fleximan, il giustiziere degli autovelox, così lo hanno soprannominato sui Social media, dopo che ha abbattuto la bellezza di otto autovelox nell’area di Rovigo, nel Veneto. Ed è nel Nord Italia che si registra il maggior numero di autovelox distrutti. A questo punto molti si chiedono se distruggere, o comunque rendere inutilizzabile un autovelox è danneggiamento o un semplice illecito amministrativo? Quali sono le conseguenze amministrative o penali per tale comportamento secondo la giustizia?
Reato di danneggiamento
Secondo Francesco Centonze, docente di diritto penale all’Università Cattolica del Sacro Cuore, queste azioni potrebbero essere punibili con il reato di danneggiamento, un illecito penale che prevede fino a tre anni di detenzione in carcere. Inoltre, il condannato dovrà risarcire il danno causato, che nel caso specifico dell’autovelox può costare fino a 50mila euro. Al momento però la Cassazione non si è ancora pronunciata sul caso.
Solo una sanzione
Tuttavia esiste un precedente diverso, quello del Tribunale di Firenze che ha ritenuto di non avvalersi della norma del codice penale a favore dell’applicazione dell’art. 15 del codice della strada – ritenuto norma più speciale – il quale prevede solo una sanzione di 42 euro per chi distrugge le strutture poste ai margini delle autostrade.
Autovelox strumenti di prevenzione
I responsabili della sicurezza stradale, le forze dell’ordine preposte al controllo delle strade italiane di fronte al fenomeno delle distruzioni degli autovelox nelle postazioni attive rese pubbliche settimanalmente, affermano che in Italia la terza causa di incidenti stradali gravi è la velocità, sottolineando che gli autovelox sono strumenti di prevenzione. Ciononostante, molti biasimano i Comuni di utilizzarli per fare cassa.
“Fleximan” un eroe sui Social
La disputa tra contrari e favorevoli agli autovelox sulle strade italiane è aperta e destinata a durare nel tempo. Intanto sui Social media, imperversa il personaggio di “Fleximan”, l’autore ignoto della distruzione degli strumenti di controllo della velocità, diventato una sorte di Robin Hood, un eroe che combatte le ingiustizie, tanto che molte persone lo invitano apertamente ad agire, operare anche nelle loro zone.