Aveva lanciato il cagnolino dal balcone ma per lui nessuna condanna
Condannato a un anno e 8 mesi per resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e danneggiamento, ma nessuna pena per la morte del cagnolino
Un fatto triste, crudele e senza giustificazioni risalente al 18 aprile scorso e andato in scena in uno dei palazzoni adiacenti al parco di Tor Carbone: un romano di 44 anni (con precedenti per lesioni e reati contro il patrimonio), dopo una lite con la sua compagna, prese per il collo il cagnolino di suo figlio (un esemplare femmina di Jack Russel) e lo buttò giù dalla finestra, facendogli fare un volo di 7 piani e uccidendolo.
“State a fa’ tutte ste pagliacciate. È solo un cane. Io ve sfonno a tutti” aveva detto l’uomo, piuttosto seccato, ai poliziotti giunti sul posto; prima di iniziare a spintonarli, colpirli e insultarli, costringendoli così a utilizzare lo spray al peperoncino per immobilizzarlo e per portarlo in caserma con l’accusa di maltrattamenti su animali e resistenza a pubblico ufficiale.
Ovviamente anche durante il tragitto l’esagitato ha continuato a dare il peggio di sé sputando, dimenandosi, prendendo a calci gli sportelli della vettura e riuscendo a infrangere anche un finestrino. E ciò nonostante fosse ammanettato.
Comunque… Pochi giorni fa, come riporta il Messaggero, l’uomo è stato condannato a un anno e 8 mesi (come richiesto dal pm d'udienza Roberta D'Agata) per resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e danneggiamento. Ma… per ciò che concerne la cagnolina? La povera Lilly non otterrà giustizia? Potrebbe, ma non è detto: per il reato di maltrattamento contro animali è infatti necessaria una querela del proprietario del cane (l’omertà non ha prodotto altri testimoni), ovvero il figlio 18enne dell’accusato. Scenario, questo… Assai poco probabile.
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* Immagine d'archivio