Babbo Natale? Anziano e grassottello è un soggetto a rischio, ma ne abbiamo tanto bisogno
La lettera a Babbo Natale: che ci restituisca la ritualità e la magia della famiglia in questo anno di incertezza
Perché in questo strano e amaro Natale 2020, Babbo Natale dovrebbe venire da noi a consegnare doni e dolcezze? Perché lasciare la Lapponia e scomodare le sue renne, Cupid, Dacher e le altre nove, che brucano felici tra le betulle per venire da noi dove imperano le polveri sottili e lo smog puzzolente?
È faticoso armare la slitta di regali e solcare i cieli. Inoltre, Babbo Natale è a rischio se contrae il Covid-19, perché è anziano e grassottello, probabilmente è anche diabetico. Quindi forse non sarebbe il caso. Ma ne abbiamo tanto bisogno, mai come oggi, per riportare la ritualità nelle nostre famiglie. Ritualità non è lo shopping compulsivo o la scuola a distanza, parenti con le mascherine, in un clima asettico e sospetto.
Ancora oggi l’acquisto incarna il Dono, e lo confonde. Come un rito mal ricordato, ma non perduto.
Babbo Natale è la concretezza di un lego, di un trenino di legno, di un pallone, un mazzetto di pennelli, un piccolo pianoforte ma anche una batteria. Un tuffo nella fisicità. Quanto servirebbe ai nostri figli: l’odore del brodo con il cappone, il panettone sulla stufa per sciogliere il burro e lo zucchero, le mani che odorano di mandarini. Quell’odore di casa di cui abbiamo ancora bisogno. L’odore delle cose che non cambiano quando tutto cambia e vacilla. In un momento di così grande incertezza, la certezza è il corpo, l’abbraccio, il profumo di tenerezza.
Babbo Natale con la sua magia può restituire questo e farlo conoscere ai bambini dell’era virtuale. Dell’era della pandemia e dei Social. Ecco perché Babbo Natale dovrebbe venire. Ti aspettiamo.