Baby squillo: Procura vuole giudizio immediato
Restano in carcere i 5 responsabili. Iscritti al registro degli indagati anche i clienti
GIUDIZIO IMMEDIATO – La Procura di Roma ha deciso di avviare una procedura rapida nello svolgimento delle indagini per i fatti di via Parioli.
Non appena si sarà pronunciato il Tribunale del Riesame, e tutte le procedure in corso saranno espletate, si potrebbe ricorrere al giudizio immediato, che serve a saltare tutte le fasi dell’udienza preliminare, per giungere direttamente al dibattimento in aula.
I FATTI – Risale al 28 ottobre scorso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Roma, Maddalena Cipriani, su richiesta dei pm della Repubblica di Roma, Maria Monteleone e Cristiana Macchiusi, nei confronti di 5 persone, tutte italiane (D.S. cl. 1970, I.M. cl. 1975, P.N. cl. 1979, S.R. cl. 1978 e D.M. cl. 1984), ritenute a vario titolo responsabili dello sfruttamento della prostituzione minorile, attività che si svolgeva in un appartamento di viale Parioli a Roma, poi sequestrato. Le due ragazze, di 14 e 15 anni adescate tramite social network, venivano spacciate per maggiorenni.
Le indagini sono partite a seguito della denuncia della madre di una delle due ragazze.
Tra i reati contestati ai responsabili: induzione e sfruttamento della prostituzione minorile, produzione di materiale pedopornografico connessa alla realizzazione di immagini delle ragazze minorenni in atteggiamenti sessualmente provocanti al fine di procacciare clienti, sfruttamento della prostituzione di donne maggiorenni, poiché i responsabili svolgevano altre attività parallele relativamente alla prostituzione.
I 5 responsabili sono già stati interrogati. Secondo quanto si apprende, non tutti hanno deciso di rispondere alle domande del gip Cipriani. La posizione degli indagati resta la medesima.
I CLIENTI – Nel corso delle indagini, sono stati iscritti al registro degli indagati anche i clienti delle due ragazze minorenni. Alcuni di loro sono già stati identificati.
Secondo le norme di legge, i clienti rischiano da 1 a 6 anni di reclusione: essi infatti hanno compiuto atti sessuali con persone d’età compresa tra i 14 e i 18 anni in cambio di denaro.