Bamba della settimana, l’antipremio di Feltri con una… retromarcia in più
Stavolta le candidature sono dominate dalla politica, nazionale e anche internazionale, e i surreali casi hanno un tratto in comune: sono tutti dei clamorosi voltafaccia
Torna ancora il “Bamba della settimana”, l’antipremio ideato dal direttore editoriale di Libero Vittorio Feltri. Il quale usava assegnarlo soprattutto ai protagonisti di magre sportive – ma il surreale alloro si può tranquillamente estendere ad altri ambiti. Come la politica, che in questa occasione domina le “candidature” con una… retromarcia in più.
Un caso fuori categoria
Torna di nuovo, dunque, il “Bamba della settimana”, stavolta conteso (si fa per dire) da tre clamorosi voltafaccia. Più un quarto che – una volta di più – va categorizzato come hors catégorie per non privare di suspense la “competizione”.
Ci riferiamo alla figura barbina fatta dalla Commissione Ue riguardo alle «linee guida per una comunicazione inclusiva». Tanto inclusiva che pretendeva di censurare feste come il Natale o nomi come Maria e Giovanni perché troppo cristiani per gli euro-deliri politically correct. L’indignazione generale che ne è seguita ha indotto Helena Dalli, Commissario europeo per l’Uguaglianza, a ritirare frettolosamente il documento. Che anche il leader italovivo Matteo Renzi ha liquidato come «assurdo e sbagliato».
Il “Bamba della settimana”
Ci ha messo un po’ di più Luigi Di Maio, Ministro grillino degli Esteri, che però dei voltafaccia è ormai diventato un habitué. L’ultimo riguarda il Presidente transalpino Emmanuel Macron, che il Nostro attaccò al punto da appoggiare pubblicamente i gilet gialli che contestavano l’inquilino dell’Eliseo. «Oggi voterei per Emmanuel Macron se abitassi in Francia» ha ora affermato candidamente l’ex capo politico del M5S.
Quanto a giravolte, comunque, Giggino non può competere con quelle del Parlamento svedese. Che per la seconda volta in pochi giorni ha nominato Premier la socialdemocratica Magdalena Andersson, già dimessasi appena sette ore dopo la prima elezione. Si vede che la misura non era ancora (Stoc)colma.
Nulla però può battere la topica relativa alla circolare che reintroduceva la Didattica a distanza (Dad) per tutta la classe al primo studente positivo. Opera del Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e del Ministro nomen omen della Salute Roberto Speranza, durata finché non se n’è accorto il Premier Mario Draghi. Il quale ha subito costretto i sottoposti a cestinare la misura.
Un epic fail che vale tutto il (doppio) Bamba della settimana. D’altronde, non tutti sono… draghi.