Bamba della settimana, quel “Capalbio” epic fail radical chic…
Per la nuova puntata dell’anti-premio creato da Vittorio Feltri sono stati selezionati, come sempre, tre “casi amari”: con la netta predominanza di una matrice ideologica ben precisa
Torna ancora il “Bamba della settimana”, l’anti-premio creato dall’attuale direttore editoriale di Libero Vittorio Feltri per omaggiare ironicamente il meglio del peggio del recente passato. Anche in questa occasione sono stati selezionati tre casi amari: che fanno registrare la netta predominanza di una matrice ideologica ben precisa.
Un caso hors catégorie
La nuova puntata del “Bamba della settimana” si apre, come d’abitudine, con una vicenda considerata hors catégorie per non privare di suspense la surreale competizione. È il fatto che, come riferisce TGCom24, «Luigi Di Maio ha ricevuto l’onorificenza dell’Ordine del Principe Yaroslav il Saggio, firmata e proposta dal presidente d’Ucraina Volodymyr Zelensky». E si fatica a decidere quale parola – tra Di Maio, saggio e Zelensky – faccia più ridere.
Il “Bamba della settimana”
Non poteva poi mancare un habitué dell’anti-premio come Sleepy Joe Biden. Il quale, scrive il New York Post, ha affermato che «oltre 100 Americani sono morti» per il Covid-19 dallo scoppio della pandemia. Un conteggio decisamente al ribasso, tant’è che nella trascrizione ufficiale del discorso il dato è stato corretto in un più attendibile “un milione”. E sì che dare i numeri dovrebbe essere la specialità della gaffe machine.
Ci riporta in Italia l’epic fail del leader terzopolista Carlo Calenda. Che, come rileva il Corsera, ha denunciato via social come il litorale toscano all’altezza di Capalbio fosse «invaso dalle plastiche», ironizzando sulla gestione del Comune di Orbetello.
Peccato che l’area di laguna in questione dipenda dall’amministrazione (appunto) di Capalbio, come gli ha fatto notare il Sindaco orbetellano Andrea Casamenti. Tanto per ribadire quanto sia più conveniente riflettere prima passare… all’Azione.
A proposito di radical chic, però, niente può battere l’ormai celeberrimo articolo pubblicato da La Repubblica, a firma del padre dell’editore Alain Elkann, sui «giovani lanzichenecchi». Termine che nessuno utilizza più dopo il liceo, e che qui stava a indicare un gruppo di adolescenti incrociati dal diretto interessato in treno. E che parlavano ad alta voce di calcio e ragazze, disturbando le letture del Nostro (da Proust al Financial Times) con l’aggvavante di non avevlo neppuve viconosciuto.
Un concentrato di egolatria che è risultato imbarazzante perfino per il comitato di redazione della stessa Repubblica (che infatti si è dissociato dal contenuto). E che si merita manzonianamente il “Bamba della settimana”.