Bandecchi: “Esclusione telematiche dal PNRR è concorrenza sleale”
Un progetto che vedrà utilizzato denaro pubblico e privato per la costruzione, entro il 31 dicembre del 2022, di almeno 7500 posti letto aggiuntivi
In data 19 gennaio 2022 il MIUR, a seguito dell’avvenuta registrazione da parte della Corte dei Conti, ha provveduto a pubblicare i decreti ministeriali n. 1256/2021 e n. 1257/2021, volti ad aggiornare la disciplina relativa agli standard minimi dimensionali e qualitativi nonché le linee guida relative ai parametri tecnici ed economici concernenti la realizzazione di alloggi e residenze per studenti universitari; a stabilire le procedure e modalità di accesso alle risorse per circa 467 milioni di euro per cofinanziare interventi per la realizzazione di strutture residenziali universitarie.
Un progetto che vedrà utilizzato denaro pubblico e privato per la costruzione, entro il 31 dicembre del 2022, di almeno 7500 posti letto aggiuntivi. Ma, come sempre, nelle cose belle il diavolo ci mette lo zampino, dicono i proverbi popolari. A parlare è Stefano Bandecchi, Presidente del CdA dell’Università Niccolò Cusano: “Sono felice che il governo italiano abbia pensato all’istruzione universitaria come elemento fondativo della ripresa della nostra Nazione, peccato che con la solita enorme ottusità le università cosiddette telematiche sono state escluse dalla possibilità di realizzare queste strutture universitarie, come se nelle telematiche non si facessero corsi in presenza a oggi denominati “blended”.
Eppure tutti sanno, con estrema esattezza, che le telematiche più serie hanno da anni attivato molti corsi di tipo “blended” e, quindi, dispongono di laboratori, di strutture fisiche importanti, si veda ad esempio il nostro ateneo con i suoi 54mila mq di struttura più i 7 ettari di parco, al cui interno già sono presenti circa 230 posti letto. È sconcertante scoprire, per l’ennesima volta, che l’Italia sia una nazione autolesionista e che non riesca ad concepire la vera competitività tra eccellenze.”
“Il sistema universitario italiano -continua Bandecchi– negli ultimi 2 anni, ha utilizzato solo lezioni di tipo telematico e ha condotto esami online e ha laureato a distanza migliaia e migliaia di studenti, in ogni ateneo. I grandi baroni delle università hanno capito perfettamente che il sistema telematico o blended oggi è nettamente superiore al cosiddetto sistema in presenza, anche perché il termine presenza viene usato per tutti i corsi di laurea che non hanno obbligo di frequenza. Ciò che ho detto è avallato dal fatto che oggi sono stati richiesti centinaia di corsi di laurea da tutte le università italiane tradizionali e autorizzati dall’Anvur e dal CUN.”
“Addirittura, alcune università statali, che già posseggono atenei privati telematici, hanno richiesto corsi telematici al fine di poter escludere e chiudere quelle che vengono definitive comunamente telematiche. La concorrenza sleale che il governo italiano sta lentamente autorizzando alle università in presenza contro le telematiche è sconcertante e ingiustificata. Tenendo conto che la classe docente universitaria delle statali e delle private in presenza e delle private telematiche è esattamente la stessa per qualità, capacità scientifica e quantità.”
Non solo; dobbiamo dire che in tutte le valutazioni scientifiche fatte, molte università private sia cosiddette stabili sia a distanza sono risultate superiori come qualità rispetto a quelle gestite dallo Stato. “I professori universitari vengono creati dal sistema universitario nazionale che ne garantisce la qualità scientifica e quando un’università, di qualsiasi tipo, necessita di un professore, deve fare un bando pubblico al quale possono partecipare solo gli abilitati dallo stato italiano e il sistema universitario li seleziona e li inserisce all’interno dell’ateneo.
Su questo principio si fonda la qualità del nostro sistema universitario, a mio avviso superiore a qualsiasi università nel mondo, se non fosse per la faziosità e l’arroganza che spesso si annida negli organi di controllo che ritengo debbano essere a loro volta controllati se non modificati nelle loro funzioni perché oramai basati su vecchi criteri.
Fatto sta che la Unicusano non avrà i finanziamenti per poter costruire o acquistare stabili destinati agli alloggi degli studenti e dovrà provvedere per conto proprio e con i propri mezzi; ricordo a tutti che ad oggi il denaro pubblico che transita all’interno della mia università ammonta a non più di 150-200mila euro su un centinaio di milioni di euro di fatturato. E abbiamo prestazioni eccellenti nel mondo della ricerca scientifica, dimostrate dai molti finanziamenti nazionali e internazionali raccolti e vinti per merito della classe docente e delle splendide strutture all’avanguardia.”