Bar e ristoranti spilorci, per un pugno di euro in più
Sergio Leone forse ci avrebbe fatto un film western sulla polemica per 2€ in più chiesti per un piattino in condivisione
Sergio Leone forse ci avrebbe fatto un film western sulla polemica per 2€ in più chiesti per un piattino in condivisione. La storia ha scatenato ondate di odio sui social ma forse la ristoratrice di Finale Ligure si può capire anche se sbaglia.
Ogni trattoria o ristorante ha i suoi prezzi. Di solito sono esposti fuori della porta. Chiunque li può leggere e valutare se entrare o meno. Una volta seduti al tavolo vuol dire che il cliente ha accettato i prezzi di quel menù.
Magari potrà non condividere la maniera in cui sono realizzate le pietanze, una volta assaggiate, ma il prezzo non dovrebbe essere più in discussione. Oltre tutto, se viene posto in evidenza anche il fatto che ogni piatto vuoto aggiunto in condivisione verrà pagato 2€. Si potrà discutere sulla opportunità o meno di questa disposizione ma non c’è dubbio che il ristorante ha avvisato il cliente. Veniamo quindi ai fatti.
Due euro in più chiesti arbitrariamente ?
A fine giugno per aver chiesto un toast tagliato a metà in un bar a Gera Lario nel comasco, dei turisti hanno dovuto pagare due euro in più. L’episodio è stato reso noto su Tripadvisor e poi si è diffuso sui social.
Più recentemente è successo qualcosa del genere sulla costiera ligure. All’ Osteria del Cavolo a Finale Ligure (Savona) e mai nome fu più foriero di sventure, alle 13:44 di domenica 23 luglio, è stato emesso uno scontrino, pubblicato sulle recensioni di Google Maps.
La proprietaria ha fatto pagare 2€ per un piattino vuoto chiesto dalla cliente che voleva dare parte delle sue trofie al pesto alla bambina. Al tavolo erano in tre, come si deduce dal coperto pagato di 2,50€ a testa, due adulti e una bambina.
Hanno ordinato un primo, Trofie al pesto per 18€ e un secondo di acciughe fritte per 20€, una birra 6€. Infine un’acqua “potabile” 2€ e questo piattino in condivisione per altri 2€. Tutto compreso anche un’iva del 10%. Il totale fa 55,50€ di cui 6,05€ di iva.
“Mai successo prima in vita mia — ha scritto basito il cliente sul web —. Ci hanno fatto pagare il piattino di condivisione utilizzato per dare alla bimba di 3 anni un po’ di trofie della mamma. Chiaramente oltre ai tre coperti giustamente conteggiati”. Subito è partita una polemica sul caro prezzi dei nostri ristoranti e bar.
Scattano gli odiatori dei social, sempre pronti a lanciare fango
Decine di valutazioni negative di altri utenti indignati sono arrivate su Google Maps, facendo così calare il punteggio complessivo dell’attività pur non avendola mai frequentata.
Non solo nella foga di attaccare l’esercizio ligure alcuni non si sono accorti che stavano criticando una trattoria omonima ma con sede a Monza, il cui titolare s’è affrettato a segnalare l’equivoco. Oggi con i social bisogna stare attenti.
Sono un’arma di distruzione di massa che non fa sconti, è il caso di dirlo, a nessuno. Giusto criticare se lo si fa civilmente, però le ondate di odio che partono all’arrembaggio sono molto pericolose oltreché sbagliate.
Anche perché si parla di persone che lavorano e di attività commerciali. Bisognerebbe impedire che chiunque possa offendere e dileggiare altri, anche se dovesse avere ragione. Non siamo esposti alla berlina sulla pubblica piazza e le scuse, quando arrivano, non hanno mai lo stesso clamore e la stessa visibilità delle offese.
Le polemiche sull’opportunità di far pagare il piatto vuoto
L’appunto di molti critici va subito su quel piattino vuoto per 2€, comprensivo di un 10% di iva. Ma c’è anche chi rileva un costo eccessivo per il primo e il secondo e chi considera d’altra parte che in tre, hanno ordinato un primo, un secondo e una birra!
La prima a scagliarsi contro la ristoratrice di Finale Ligure è stata Selvaggia Lucarelli. La blogger non ha perso tempo per attaccare il costo eccessivo dei piatti e soprattutto quel piattino vuoto per un assaggio alla figlia di tre anni delle trofie della mamma!
La Lucarelli si fa due conti e valuta che la cliente ha pagato 2€ il piattino e 2,50€ il coperto per la bambina, quindi 4,50€ per far sedere al tavolo una bimba di tre anni!
Il Governatore Toti come Pilato della vicenda, se ne lava le mani
Su Facebook interviene il Governatore della Liguria Giovanni Toti: “Non voglio difendere il ristoratore perché ritengo quell’extra sbagliato, voglio difendere però i tanti ristoratori che ogni giorno lavorano seriamente in Liguria, offrendo un grande servizio a cittadini e turisti grazie alle nostre eccellenze enogastronomiche. Ristorazione che peraltro, oltre a creare migliaia di posti di lavoro, continua a crescere in qualità, con tanti giovani chef in ascesa che negli ultimi anni si sono conquistati importanti riconoscimenti. Non facciamo quindi di tutta l’erba un fascio per qualche situazione spiacevole che succede qui come altrove. La Liguria chiusa e contro i turisti non esiste più: siamo una regione aperta e ospitale e i numeri lo dimostrano, essendo la meta più ambita dell’estate 2023 in Italia. E vogliamo continuare su questa strada. La torta di riso non finirà più!”
Non so da dove abbia preso il dato della meta più ambita il Governatore, a me risultano ben altre che la Liguria, ma questo intervento cerchiobottista non aggiunge e non toglie nulla al dibattito. La questione è molto concreta.
Fa bene il Ristorante ha far pagare degli euro in più a chi si siede a tavola in tre, per mangiare un primo e un secondo? La questione invece appassiona il pubblico su stampa e tv.
Far pagare un piatto vuoto è una dicitura ambigua
Contattati dal Corriere della Sera e poi dalla Rai (La Vita in diretta), i gestori del ristorante hanno dichiarato che comunque il supplemento era esplicitato nero su bianco sul menu.
“I piatti divisibili per due subiranno una maggiorazione di € 2.00”, riporta effettivamente la carta. “Si tratta però di una dicitura ambigua — commenta il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori Massimiliano Dona —. Chiaro che in questi frangenti il discrimen che sancisce la liceità dei costi aggiuntivi è la loro indicazione sul menu. E questo sembra proprio il caso. Tuttavia parlare di piatti divisibili per due induce a domandarsi: se dovessi mangiare metà porzione e poi cedere il piatto a un mio commensale, la maggiorazione mi verrebbe ugualmente addebitata?
Questo sarebbe illegittimo, poiché non comporterebbe alcun servizio aggiuntivo da parte dello staff. Viceversa, chiedere un surplus per portare in tavola una singola pietanza divisa ab origine su due piatti è giuridicamente consentito. Si pensi per esempio al maggiore sforzo richiesto al cameriere o all’eventuale presenza di una doppia guarnizione”.
La ristoratrice in tv specifica le sue ragioni
Ci chiediamo effettivamente se per ricavare 2€ vale proprio la pena lasciare questa brutta impressione nel cliente. La ristoratrice ha giustificato questa decisione dei 2€ per un piatto vuoto per il fatto che in molti si siedono in quattro e mangiano per due. Certamente chi fa ristorazione non ha piacere a far pagare piatti vuoti, vorrebbe vendere delle pietanze, ma certi atteggiamenti creano un problema perché sedersi in quattro e mangiare per due è come portare via due posti al ristorante.
Due possibili entrate in meno. Bisogna considerare che chi gestisce un ristorante o un bar ha una serie di costi che il cliente neanche considera ma che tuttavia pesano sul guadagno finale. Bisognerebbe valutare per esempio quanti piatti e bicchieri vengono rotti dai clienti in un anno. Quanti posaceneri (un tempo ora no) o centritavola o posate vengono sottratte dai clienti. Insomma si può capire che da parte della proprietà si voglia ridurre i danni di un certo modo di fare.
Massimiliano Dona ha considerato “autolesionistico l’atteggiamento dei ristoratori che cercano di lucrare mettendo a scontrino questi piccoli servizi ulteriori”, secondo un meccanismo di business non dissimile da quello delle compagnie aeree low cost. “I consumatori d’altronde non hanno l’anello al naso, perciò emulare tali pratiche oggi finisce per causare danni reputazionali. Questa vicenda non sta facendo eccezione”.
In arrivo quasi 10 miliardi di euro per i ristoranti ad agosto.
All’estero non sempre il coperto viene considerato nel conto finale. Mentre qualcosa di simile all’iva c’è sempre. In più ci sono paesi che aggiungono un 10-15% di mancia fisso per il cameriere e altri che lasciano libero il cliente in tal senso. Ma non ho mai visto un sovrapprezzo per un piatto vuoto o delle posate in più.
Direi che certi costi, pure da tenere in considerazione per il gestore, vanno inclusi nel prezzo delle pietanze e nel ricarico dei vini. A nessuno fa piacere pagare per un piatto vuoto anche se è ugualmente ingiusto e sgarbato, a mio avviso, sedersi per non mangiare o ordinare un solo pasto completo pur essendo in due. Forse bisognerà dotarsi di tavoli tondi da due e non solo usare quelli da quattro commensali.
È di qualche giorno fa la nota pubblicata dal Centro Studi di FIPE – Confcommercio, Federazione italiana Pubblici Esercizi, che ha previsto una spesa di circa 9,9 miliardi di euro solo per il mese di agosto in Italia, per mangiare fuori casa fra colazioni, aperitivi, pranzi etc. I signori ristoratori si ricordino della pandemia, quando i locali erano chiusi e i costi correvano lo stesso. Ora non è il caso di spaccare il capello in quattro o in due, euro.