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Barbie Botox, medici estetici: “Follia social, ritocco del collo assurdo”

(Adnkronos) – “Il Barbie Botox è una follia social, utilizzare la tossina botulinica per rendere il collo sottile e lungo come quello della famosa bambola è assurdo. Questo intervento sta spopolando su Tik Tok tra le giovanissime ma – sia chiaro – inseguire tali mode è pericoloso”. A lanciare l’allarme all’Adnkronos Salute è Emanuele Bartoletti, presidente della Società italiana di medicina estetica (Sime) che non usa mezzi termini per condannare la procedura estetica del momento, lanciata dall'influencer statunitense Isabelle Lux di Palm Beach (Florida), che ha raccontato la sua esperienza sul social network condividendola con i suoi follower dopo essersi sottoposta al trattamento. “Questa deriva è il classico esempio della piega trasformativa che sta prendendo la medicina estetica – lamenta Bartoletti – In realtà la medicina estetica nasce per un motivo nobile, ovvero prevenire e correggere gli inestetismi reali che possono causare insoddisfazione del paziente e, nei casi più gravi, anche problemi psicologici come la depressione. Si fa ricorso alla medicina estetica anche per intervenire su casi di asimmetria facciale o delle labbra, per una malformazione o un trauma post ictus o a seguito di un incidente”. Non a caso “gli obiettivi di noi medici estetici – rimarca l’esperto – sono: prevenzione, manutenzione nel corso del tempo e per ultima la correzione nel caso di un inestetismo effettivo. Tutto quello che tende a trasformare è solo moda del momento”.  Il Barbie Botox “è una moda senza senso perché la tossina botulinica non è indicata per rendere sottile e lungo il collo ma semmai – sottolinea Bartoletti – per il trattamento delle rughe del sopracciglio, della fronte e della zona intorno agli occhi. Quindi questa pratica è a dir poco ‘off label’, al di fuori delle indicazioni e autorizzazioni”. Tra l’altro, questo intervento che tanto piace alle giovanissime “non è impresa facile perché vengono interessati i muscoli del trapezio che servono per tenere dritto il collo". Se questi muscoli "sono troppo sollecitati dal botox il rischio è quello di indebolirli fino al tal punto da non poter riuscire a sollevare la testa quando si è sdraiati. Ma i rischi ci sono anche per i muscoli più profondi, quelli per la deglutizione”.   “Oggi lo chiamiamo Barbie Botox ma in realtà questo intervento esiste da tempo e si chiama Trap Tox, procedura utilizzata per ridurre tensioni, spasmi, asimmetrie delle spalle e dolori localizzati. La tossina botulinica agisce rilassando i muscoli, bloccando l’azione di una sostanza chimica (acetilcolina), responsabile della contrazione dei muscoli stessi. Ma se il botulino viene somministrato in modo non corretto o con un dosaggio errato, allora potrebbe determinare degli effetti collaterali a carico del muscoli del trapezio”, afferma Gloria Trocchi, vicepresidente della Società italiana di medicina estetica (Sime) e membro del direttivo di Aiteb, Associazione italiana terapia estetica botulino.  “Sono assolutamente contraria alle mode lanciate sui social perché spesso non hanno un supporto scientifico – ammette l’esperta – e poi stiamo parlando di un trattamento estetico che è pur sempre un intervento medico e per tale motivo, se non è fatto per curare una patologia ben precisa, espone a rischi. Inoltre, degli effetti a lungo termine della tossina botulinica sui muscoli del trapezio non abbiamo al momento informazioni certe, soprattutto in soggetti giovani”.  Ma non c’è solo il Barbie Botox a preoccupare l’esperta. “Purtroppo sono sempre di più le giovanissime" che arrivano nei "nostri studi con richieste di ogni tipo”. Nella fascia di età “18-27 anni – evidenzia Trocchi – i più gettonati sono filler su naso e labbra”. Tra i 30 e i 40 anni “c’è l’esigenza di prevenire il processo di invecchiamento del viso con peeling e biostimolazioni cutanee”. Infine, dopo i 40 anni “c’è maggior richiesta per filler, botox e biostimolazione cutanea”. Insomma, “le richieste dei pazienti sono varie ma spetta sempre a noi medici estetici visitare, porre una diagnosi e stabilire l’intervento terapeutico più adeguato", conclude.   —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)