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Bari, la frase di Emiliano è gravissima (e non c’entra Decaro)

I progressisti sbagliano bersaglio due volte: magari il Presidente della Puglia non ha mai “affidato” il Sindaco del capoluogo alla sorella di un boss, ma che lo dica è inquietante, perché se si è minacciati si denuncia

Il Governatore della Puglia ed ex Sindaco di Bari Michele Emiliano

Michele Emiliano (immagine dalla sua pagina Facebook)

Il cosiddetto “caso Bari”, ovvero il possibile intreccio tra istituzioni locali e criminalità organizzata, ha sollevato un vespaio a livello politico-giornalistico. Col Presidente dem della Regione, Michele Emiliano, che ha ulteriormente e clamorosamente sparigliato le carte con l’ormai celeberrima voce dal sen fuggita. E con la stampa progressista, trincerata in difesa del “suo” primo cittadino, che ha sbagliato bersaglio già due volte.

Il Governatore della Puglia ed ex Sindaco di Bari Michele Emiliano
Michele Emiliano (immagine dalla sua pagina Facebook)

Il “caso Bari”

Riassunto delle puntate precedenti. Il casus belli, come ricorda TGCom24, è la creazione, su input viminalizio, di una commissione di accesso per valutare eventuali infiltrazioni mafiose all’interno dell’amministrazione di Bari. Alla base di questa decisione c’è un’inchiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia che ha portato al commissariamento dell’AMTAB, la partecipata del Comune per i trasporti. Nonché all’arresto di 130 persone, incluso il consigliere comunale (ora dimissionario) Maria Carmen Lorusso, con l’ipotesi di reato di voto di scambio alle Amministrative 2019.

Il Consigliere comunale dimissionario di Bari Maria Carmen Lorusso
Maria Carmen Lorusso (immagine dalla sua pagina Facebook)

La mossa, teoricamente, potrebbe sfociare anche nello scioglimento del Consiglio Comunale, e ha dunque suscitato le comprensibili ire del Sindaco del capoluogo pugliese Antonio Decaro. Il quale, spalleggiato dal suo partito, il Pd, ha visto nell’iniziativa un esempio governativo di uso politico della giustizia a soli tre mesi dalle elezioni.

Il Sindaco di Bari Antonio Decaro
Antonio Decaro (immagine dalla sua pagina Facebook)

Contestazioni respinte al mittente dal Premier Giorgia Meloni che, scrive Il Sole 24 Ore, ha definito «vergognose» le accuse rivolte al Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Va da sé che, a partiti invertiti, sarebbero state invertite anche le reazioni, come insegna, ad esempio, l’esperienza del 2012 a Reggio Calabria.

Matteo Piantedosi
Matteo Piantedosi (immagine dalla sua pagina Facebook)

L’inquilino di Palazzo Chigi ha comunque aggiunto che la stessa misura «sarebbe stata utilizzata nei confronti di qualsiasi altro Comune», senza che sia necessariamente propedeutica all’extrema ratio. A cui per la cronaca, sintetizza La Stampa, sotto il suo esecutivo si è già arrivati 15 volte, di cui quasi un terzo contro giunte di centrodestra.

Giorgia Meloni
Giorgia Meloni (© Governo.it)

Per il leader di FdI, insomma, la verifica è un atto dovuto in presenza di ingerenze malavitose tanto pesanti. E d’altronde la normativa che conferisce il potere dissolutore al Viminale si può criticare, come ha fatto L’Unità, ma finché è in vigore appare certamente legittimo applicarla.

Il Sindaco, il Governatore e il boss di Bari Vecchia

A complicare ancora di più la situazione è poi arrivato l’autogol di Michele Emiliano, a conferma dell’auspicio popolare che dagli amici ci guardi Iddio. Il Governatore della Puglia era il Sindaco di Bari prima di Decaro che, per coincidenza, era suo assessore proprio alla mobilità e aveva subito intimidazioni.

Logo dell’AMTAB, Azienda Mobilità e Trasporti Autofiloviari di Bari
Logo dell’AMTAB (© AMTAB S.p.A. / Wikimedia Commons)

«Allora lo presi» ha rievocato Emiliano, «e in due andammo a casa della sorella di Antonio Capriati», il boss della città vecchia. Lo scopo era «dirle che questo ingegnere è assessore mio e deve lavorare», quindi «se ha bisogno di assistenza, te lo affido». Frase che poi il Nostro, come riferisce il Corsera, ha provato a derubricare a iperbole che doveva significare che «quegli atteggiamenti non erano più tollerati».

Il Presidente dell’ANCI, che era al suo fianco, non lo ha sconfessato, come d’altronde non aveva fatto neppure in un’occasione analoga risalente al 2022. O meglio, ha negato fuori tempo massimo, a bufera ormai scoppiata, lasciandosi però sfuggire un dettaglio che ingarbuglia ulteriormente la vicenda. «Stavamo con le macchine in strada ed Emiliano, col suo fare, ha detto: “Questa persona lavora per me, lo dovete lasciare stare”». Circostanza che attenua anche la smentita di un incontro casalingo che una sorella del padrino di Bari Vecchia ha affidato al Tg1.

Frattanto, Il Giornale e La Verità hanno pubblicato uno scatto dell’attuale primo cittadino accanto a un’altra sorella (in tutto, i Capriati sono 11 fratelli) e una nipote. Donne incensurate che, ha osservato il diretto interessato citato da Il Riformista, «hanno chiesto al Sindaco di fare una fotografia davanti al loro negozio», come capita quotidianamente.

La frase di Emiliano è gravissima in assoluto

Spiegazione assolutamente plausibile, anche se sarebbe la terza coincidenza che, secondo Agatha Christie, suggerisce qualcosa di più. In ogni caso, al massimo è materia per gli inquirenti.

Agatha Christie
Agatha Christie (1890-1976). © Joop van Bilsen e Anefo – Nationaal Archief / Wikimedia Commons

In questa sede, invece, ci preme sottolineare un altro particolare su cui in pochi si sono soffermati. Una di costoro però ha un peso specifico notevolissimo, perché si tratta di Chiara Colosimo, numero uno della Commissione Parlamentare Antimafia. La quale, come rileva Il Tempo, ha tuonato che «tutte le volte che uno subisce una minaccia, chiunque questo sia, deve denunciare».

"Le parole di Emiliano, vere, false o fraintese, sono profondamente sbagliate e a mio avviso sarebbe un atto di profonda maturità politica riconoscerlo trasversalmente.Su cosa farà l'Antimafia, anche per eventuali audizioni sul tema, si esprimerà l'ufficio di presidenza perché io non intendo mai entrare in commenti su indagini o accessi in corso".#bari #commissioneantimafia

Pubblicato da Chiara Colosimo su Martedì 26 marzo 2024

L’aneddoto di Emiliano, cioè, è gravissimo a prescindere dall’eventuale coinvolgimento di Decaro – anzi, ancora di più perché l’autore è un ex magistrato antimafia. Dal quale dunque è lecito non attendersi che conferisca un diverso significato all’espressione “agire per… Procura”.