Bassetti: “Siamo diventati il Paese dei tamponi, finiamola con questo sistema”
“Torniamo a farli ai sintomatici e finiamola con questo sistema che rischia di paralizzare il nostro Paese”, commenta l’infettivologo
“Ormai siamo diventati il Paese dei tamponi, o ancor meglio ‘Tamponificio Italia’” scrive Matteo Bassetti sul proprio profilo Facebook. Dichiarazioni di dissenso, quelle dell’infettivologo, contro questo sistema che “rischia di paralizzare” l’Italia. Da settimane infatti, sebbene i dubbi sull’effettiva efficacia, e “complici” le festività natalizie, lo strumento del tampone rapido è richiestissimo.
Un uso eccessivo
Secondo recenti studi infatti e il parere di diversi “addetti ai lavori”, i test antigienici sarebbero inutili: sia per i tempi (dopo 72 ore dall’eventuale contagio), sia perché si è visto che il 40% degli esiti, positivo o negativo, sia errato. E così anche il primario di Malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova si è scagliato contro l’uso eccessivo dei tamponi rapidi.
“Torniamo a fare i tamponi ai sintomatici”
“I tamponi non vengono richiesti da un medico e quindi interpretati – prosegue sui social -, ma sono diventati come le Zigulì o i preservativi. Li prendi quando vuoi, al ‘banco’, li puoi ordinare sul web e te li fai addirittura da solo. Non so bene con che metodo. Oppure ti metti in coda per ore per poter andare a fare capodanno in sicurezza (si fa per dire) o finire la quarantena imposta dal figlio che è aveva un positivo in classe. Che senso ha tutto questo? Il rapido può dare falsi negativi (fino al 40% dei casi), falsi positivi e in ogni caso offre un’istantanea del momento in cui è stato fatto. Torniamo a fare i tamponi ai sintomatici e finiamola con questo sistema che rischia di paralizzare il nostro Paese“.