Bergoglio e il suo “figlioccio” Giovanni XXIV: un vero papa non può predire il successore
Sono alcuni anni che Bergoglio ripropone il nome di Giovanni XXIV, come suo successore, per proseguire sulla sua linea successoria antipapale
Torna come un mantra la fissazione di Bergoglio per il suo successore che dovrebbe chiamarsi – secondo lui – Giovanni XXIV. Durante il viaggio di ritorno dalla Mongolia, in conferenza stampa aerea, ha tirato fuori diverse “perle”, come quando ha definito la dottrina cattolica “acqua distillata” e chi vuole conservarla vittima dell’”ideologia”.
Tuttavia, a una domanda sulla sua previsione circa un prossimo viaggio in Vietnam, ha risposto: “Se non andrò io, andrà Giovanni XXIV”.
Giovanni XXIV, chi sarà mai?
Sono alcuni anni che Bergoglio, periodicamente, ripropone questo nome per il suo successore che, per proseguire sulla sua linea successoria antipapale, dovrebbe essere eletto da un conclave comprendente anche un solo cardinale di sua nomina, quindi invalido.
Stupisce, ma non troppo, come nessun giornalista si sia meravigliato del fatto inaudito: come potrebbe un vero papa affermare come si chiamerà il suo successore? In primis, in ottica di fede, il futuro è nelle mani di Dio, poi, lo Spirito Santo assiste con una protezione negativa il conclave (evitando i danni peggiori)e soprattutto nessuno può dire chi sarà eletto dal conclave. A meno che non vi sia già un accordo prestabilito, cosa che va in totale contrasto con la costituzione apostolica Universi Dominici Gregis:
81. I Cardinali elettori si astengano, inoltre, da ogni forma di patteggiamenti, accordi, promesse od altri impegni di qualsiasi genere, che li possano costringere a dare o a negare il voto ad uno o ad alcuni. Se ciò in realtà fosse fatto, sia pure sotto giuramento, decreto che tale impegno sia nullo e invalido e che nessuno sia tenuto ad osservarlo; e fin d’ora commino la scomunica latae sententiae ai trasgressori di tale divieto. Non intendo, tuttavia, proibire che durante la Sede Vacante ci possano essere scambi di idee circa l’elezione.
I mezzi di comunicazione sociale
82. Parimenti, vieto ai Cardinali di fare, prima dell’elezione, capitolazioni, ossia di prendere impegni di comune accordo, obbligandosi ad attuarli nel caso che uno di loro sia elevato al Pontificato. Anche queste promesse, qualora in realtà fossero fatte, sia pure sotto giuramento, le dichiaro nulle e invalide.
83. Con la stessa insistenza dei miei Predecessori, esorto vivamente i Cardinali elettori a non lasciarsi guidare, nell’eleggere il Pontefice, da simpatia o avversione, o influenzare dal favore o dai personali rapporti verso qualcuno, o spingere dall’intervento di persone autorevoli o di gruppi di pressione, o dalla suggestione dei mezzi di comunicazione sociale, da violenza, da timore o da ricerca di popolarità. Ma, avendo dinanzi agli occhi unicamente la gloria di Dio ed il bene della Chiesa, dopo aver implorato il divino aiuto, diano il loro voto a colui che anche fuori del Collegio Cardinalizio avranno giudicato idoneo più degli altri a reggere con frutto e utilità la Chiesa universale.
Ma oltre alla tracotante esibizione di forza, come a dire “con 100 cardinali che ho nominato, sicuramente sarà eletto un mio figlioccio”, ci sono elementi storici ed esoterici da considerare.
Il riferimento al papa che ci ha regalato il Concilio, porta da cui la massoneria ecclesiastica è poi dilagata fino a estromettere Benedetto XVI, e all’antipapa Giovanni XXIII, Baldassarre Cossa.
Ma sono anche notevolissimi i riferimenti al culto esoterico dei due San Giovanni, il Battista e l’Evangelista, considerati dai massoni le colonne del tempio di Gerusalemme, Jachin e Boaz.
Per non parlare dei risvolti magico-demoniaci relativi alla notte di San Giovanni e a una quantità di altra paccottiglia alchimico-magico-esoterico-muratoria.