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Bergoglio non si inginocchia davanti a Cristo. Francesco non è il papa, ma chi è davvero?

E’ questa la concezione che Bergoglio cerca di introdurre con la trasformazione delle chiese in ristoranti…

Bergoglio collage di incontri

Bergoglio

Ve lo ricordate Giovanni Paolo II negli ultimi tempi della sua malattia? Pur devastato dal Parkinson continuava a volersi inginocchiare davanti al Santissimo, nonostante i suoi più fidi lo sconsigliassero.

Benedetto fece inginoccchiare Bergoglio

Papa Benedetto XVI, non ne parliamo: una vita in ginocchio davanti al Signore. Forse, il vero papa, è stato l’unico che è riuscito a far inginocchiare Bergoglio di fronte a un altare cattolico, durante la sua visita al monastero Mater Ecclesiae QUI

Infatti, Bergoglio, fin dal suo insediamento, non si inginocchia mai davanti all’Eucaristia. Ve lo immaginate un-papa-che-non-si-inginocchia davanti al Mistero assoluto intorno al quale ruota tutta la sua fede? Vi sembra normale? A molti intellettuali catto-conservatori evidentemente sì, data la mole di libri e interviste che continuano a uscire in supporto di “papa Francesco”.

Lasciamoli fare; noi sappiamo bene, ormai, che Bergoglio non è il papa dal punto di vista legale perché Benedetto XVI non ha mai abdicato, ma si è ritirato in sede impedita. Tuttavia, il panorama sempre più sconcertante che sta emergendo è che non solo è antipapa, non solo non è cattolico, ma è anche proattivamente, e subdolamente ANTICATTOLICO.

Bergoglio anticattolico

In questo articolo abbiamo sviscerato, con l’aiuto di veri teologi, la sua personalissima spiritualità: è, dunque, una sorta di anticristianesimo filo-massonico (nascosto da una colata di propaganda buonista-emozionale) che, nella sua essenza, attinge a Modernismo, Esoterismo, Neoluteranesimo, Neopaganesimo, Neognosticismo, Neoarianesimo, Neomarcionismo e a varie altre eresie come l’Apocatastasi (vulgo “misericordismo”).

Siccome non siamo soliti fare affermazioni così gravi senza documentarle, ieri su Libero abbiamo dimostrato con quale astuzia questa inversiva neoreligione mondialista stia corrodendo il Cattolicesimo autentico dall’interno, tramite sottili, impercettibili, ma devastanti cambiamenti anche e soprattutto nel messale.

La sua tecnica è molto sottile, leggiamo cosa ha infatti dichiarato qualche giorno fa in merito proprio all’inginocchiarsi: “Dopo la foto vi saluterò, ma devo farlo seduto, non in piedi, perché mi fa male il ginocchio. È il male di un tempo, che una volta si chiamava «male della suora», perché pregavano in ginocchio e si AMMALAVANO”. 

Messaggio subliminale: “Inginocchiarsi fa ammalare, non fatelo”.

La Chiesa modernista è contro gli inginocchiatoi

E non è un caso che la chiesa modernista, da sempre, abbia cercato di abolire gli inginocchiatoi nelle chiese, tendenza che dall’antipapato di Bergoglio ha preso il largo.

Ora, il vero papa Benedetto XVI ha più volte ribadito la necessità di valorizzare la posizione dello stare in ginocchio, un gesto antichissimo di adorazione e di sottomissione a Dio. Questo gesto compare nell’Adorazione dei Magi e anche nell’Apocalisse numerose volte.

E’ una posizione un po’ scomoda, a volte, ma nel Cattolicesimo da sempre viene valorizzata anche una qual certa forma di penitenza e, per chi crede, il piccolo sacrificio di stare in ginocchio di fronte a DIO STESSO transustanziato nell’Ostia si potrebbe ben fare, che ne dite?

E invece per la concezione spirituale “comodona” di Bergoglio no. Nel suo Bergogliesimo il rapporto con la materia è molto disteso, fin troppo, e non è un caso che il suo film preferito sia “Il Pranzo di Babette” (film del 1987 tratto da un racconto di Karen Blixen).

Bergoglio intende eclissare la messa tradizionale (sacrificio-ultima cena, solenne, spirituale, in ginocchio), vista come triste, rigida, fondamentalista, chiusa, per introdurre una concezione differente, allegra, aperta a tutti, “positiva”, come nel pranzo di Babette che egli usa come categoria interpretativa teologica e psicologica nella sua pseudo-enciclica Amoris Laetitia.

La storia racconta di una cuoca francese che vince alla lotteria e decide di spendere tutti i soldi per preparare un banchetto per il villaggio luterano-calvinista pieno di persone religiose “rigide”, “tristi”, “chiuse”, “divise”, “litigiose”. Quando scoprono i piaceri della vita (cioè della tavola) “guariscono”, superano le loro divisioni e la rigidità e si mettono a ballare.

Come sottolineato da alcuni, il Pranzo di Babette è una sorta di parodia dell’ultima cena: niente trascendenza, nessun pentimento, nessun sacrificio cristiano (solo il sacrificio di denaro), esaltazione materialistica della vita mondana.

Trasformare le chiese in ristoranti

E’ questa la concezione che Bergoglio cerca di introdurre con la trasformazione delle chiese in ristoranti: superare la rigidità morale, le divisioni religiose-sociali e sostituire l’ultima cena col banchetto mondano e, in finale, con l’agape massonico, il banchetto dei massoni che rovescia la cena eucaristica. Quindi non c’è più posto per il sacro, né per la scomoda, adorante posizione in ginocchio.

Eppure, questo gesto del non inginocchiarsi è decisamente blasfemo: evoca la non-sottomissione dell’angelo ribelle: Lucifero, il quale con il suo famoso “non serviam”, “non servirò”, si rifiutava di obbedire a Dio e di servire l’uomo, da lui considerato creatura inferiore.

E lascia davvero impietriti vedere Bergoglio dritto in piedi alle celebrazioni, nel momento più solenne, mentre tutti gli altri ecclesiastici intorno a lui, pure, si inginocchiano (perfino quelli modernisti e infedeli al vero papa Benedetto). La scusa è che gli fa male il ginocchio, ma un vero papa dovrebbe amare Dio fino a farsi uccidere per Lui, altro che male al ginocchio.

Il ginocchio non c’entra nulla

Altrimenti non si deve accettare l’incarico: noblesse oblìge. Pensate che già i cardinali vestono di rosso perché hanno giurato di essere pronti a effondere il sangue per difendere la Fede, figuriamoci il papa. Bergoglio potrebbe benissimo farsi aiutare da un paio di chierici, potrebbe utilizzare dei cuscini, farsi fare un inginocchiatoio speciale…

Ma ovviamente il ginocchio non c’entra nulla. Non fidatevi: l’episodio della finta diretta da Fazio e della falsa visita a sorpresa al negozio di dischi ci dimostra che Bergoglio ci racconta quello che vuole. Peraltro, spesso e volentieri antipapa Francesco si inginocchia di fronte a capi di stato africani, baciando loro i piedi, come fa anche con i carcerati, ( vedasi lavanda dei piedi di pochi giorni fa) i trans, gli islamici, si prostra davanti agli altari protestanti: tutto pur di degradare il ruolo del papa, di offendere la sua dignità e di svilirne il ruolo.

Per fortuna tutto ciò non deve scandalizzare, in quanto Bergoglio non è il vero papa. E si vede lontano un miglio.

Approfondimento: il valore dell’inginocchiarsi

Tra le moltissime differenze presenti tra la Messa Cattolica in Rito Antico (pre Concilio Vaticano II) e la Messa attuale, la riduzione del numero di genuflessioni ha un ruolo cruciale.

Per chi voglia approfondire le differenze tra i due riti, si segnala un testo pubblicato dalla Fontana di Siloe (Lindau) nel 2021 dal titolo “Verità e Bellezza del Rito Antico” scritto da Massimo Cicero. L’autore, nel 2018, scopre il tesoro della Messa Cattolica in Rito Antico e da semplice fedele, con un linguaggio semplice e appassionato, analizza le profonde differenze fra i due riti e riesce a trasmettere l’infinito e la bellezza che ha avuto la grazia di ricevere nel frequentare il rito pre-conciliare.

Tornando al ruolo importantissimo della genuflessione possiamo sicuramente dire che esso è un atto di manifestazione esteriore di un cuore pervaso dell’amore per Cristo, un atto assolutamente naturale ed imprescindibile, un atto di adorazione sincera davanti al Santissimo, un atto di affidamento totale, di chi riconosce che solo davanti a Lui si devono piegare le nostre ginocchia. Tentato da Satana nel deserto, Gesù in Matteo 4:10 gli risponde: «Vattene, satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto».

Genuflettersi significa…

Genuflettersi significa dire anche fisicamente: “La mia vita Signore è in mano a te, il mio cuore è nelle tue mani, tu che sei il mio Dio e il mio Signore”.

Nel libro Introduzione allo Spirito della Liturgia (ed. San Paolo 2001) – l’allora Cardinal Ratzinger sottolineando l’importanza fondamentale dell’inginocchiarsi nel culto cattolico scrive che:

“Chi impara a credere, impara ad inginocchiarsi; una fede o una liturgia che non conoscano più l’atto di inginocchiarsi, sono ammalate in un punto centrale. Dove questo gesto è andato perduto, dobbiamo nuovamente apprenderlo, così da rimanere con la nostra preghiera nella comunione degli apostoli e dei martiri, nell’unità con Gesù Cristo stesso (…)

La croce è divenuta il segno universale della presenza di Dio (…). La liturgia cristiana è proprio per questo liturgia universale, per il fatto che essa piega le ginocchia davanti al Signore crocifisso e innalzato. È questo il centro della vera «cultura» – la cultura della verità. Il gesto umile con cui noi cadiamo ai piedi del Signore, ci colloca sulla vera via della vita, in armonia con tutto l’universo…”

Un segno evidente del valore del culto

Inginocchiarsi, genuflettersi è quindi segno evidente del culto reso alla presenza reale di Cristo nell’Eucarestia e nel Tabernacolo, la Santa casa di Cristo. E proprio la presenza reale nella nuova Messa non ha più quel ruolo centrale che aveva nella liturgia pre-conciliare. Innumerevoli sono le genuflessioni che nel nuovo rito sono state eliminate rispetto al Rito pre-conciliare.

Eliminare dalla Messa tutto quello che era “troppo cattolico” per favorire l’avvicinamento della Messa a quella protestante: questa era l’intenzione di Paolo VI nella sua riforma liturgica, parole riportate dal suo amico e scrittore Jean Guitton. Questo spiega tanto… o tutto.

I protestanti non credono nella presenza reale permanente di Cristo nell’eucarestia. Ne riconoscono una certa presenza spirituale nel momento dell’elevazione dell’Ostia, presenza spirituale dovuta alla fede dei credenti. Essi non credono nella presenza reale per cui la scomparsa del tabernacolo dal centro dell’altare e la eliminazione delle genuflessioni sono la relativa conseguenza.