Bergoglio: “Più cristiani perseguitati oggi che nei primi secoli”
Papa Francesco chiede a tutti i fedeli di pregare per i martiri del nostro tempo
"Ci sono più cristiani perseguitati oggi che nei primi secoli". Lo ha detto oggi Papa Francesco durante la S. Messa presieduta dallo stesso Pontefice a Santa Marta, in memoria dei Protomartiri della Chiesa Romana uccisi da Nerone dopo l'incendio di Roma del 64 d.C.
"Oggi ci sono tanti martiri, nella Chiesa, tanti cristiani perseguitati. Pensiamo al Medio Oriente, cristiani che devono fuggire dalle persecuzioni, cristiani uccisi dai persecutori. Anche i cristiani cacciati via in modo elegante, con i guanti bianchi: anche quella è una persecuzione. Oggi ci sono più testimoni, più martiri nella Chiesa che nei primi secoli". Questo è quello che ha affermato il Pontefice nell'omelia, secondo quanto riportato da Radio Vaticana, probabilmente riferendosi anche alle notizie che giungono quasi ogni giorno dalla Siria, dove intere comunità cristiane sono state dall'inizio della guerra, nel 2011, fatte oggetto di persecuzioni e stragi da parte dei gruppi islamici fondamentalisti, o ancora alla storia di Meriam, la ragazza sudanese perseguitata dalle autorità giudiziarie per il semplice fatto di non aver rinnegato la propria fede cristiana.
Sono tante infatti le storie di cristiani perseguitati nel mondo: alcune di queste giungono fino a noi attraverso i media, altre ci sono sconosciute, ma tutte ci annunciano la stessa cosa: la testimonianza della fede. E questa testimonianza secondo Papa Francesco è "necessaria" alla crescita della Chiesa, che avviene grazie alla "forza dello Spirito Santo", ma anche grazie a chi, in diverse parti del mondo sceglie di non rinnegare la propria Fede, fino alla fine. "E quando la testimonianza arriva alla fine, quando le circostanze storiche ci chiedono una testimonianza forte, ha spiegato il Pontefice, lì ci sono i martiri, i più grandi testimoni. E quella Chiesa viene annaffiata dal sangue dei martiri. E questa è la bellezza del martirio. Incomincia con la testimonianza, giorno dopo giorno, e può finire come Gesù, il primo martire, il primo testimone, il testimone fedele: con il sangue".
E perché la testimonianza "sia vera", continua il Papa, essa "deve essere senza condizioni", "deve essere ferma, deve essere decisa, deve essere con quel linguaggio che Gesù ci dice, tanto forte: 'Il vostro linguaggio sia sì, sì, no, no'. Questo è il linguaggio della testimonianza".
Infine Papa Francesco conclude la sua omelia chiedendo a tutti di pregare per questi testimoni odierni della Fede: "Facendo memoria dei nostri gloriosi antenati, qui a Roma, pensiamo anche ai nostri fratelli che vivono perseguitati, che soffrono e che con il loro sangue fanno crescere il seme di tante Chiese piccoline che nascono. Preghiamo per loro e anche per noi".