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Biglietto d’ingresso per Fontana di Trevi: tutela del patrimonio o speculazione?

L’enorme afflusso di visitatori a Fontana di Trevi è da anni un tema delicato per l’amministrazione capitolina

Fontana di Trevi

Fontana di Trevi

Fontana di Trevi, uno dei simboli indiscussi di Roma, è al centro di una nuova proposta che potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui i turisti vivono e visitano questo iconico monumento. L’Assessore al Turismo e Grandi Eventi, Alessandro Onorato, ha infatti lanciato l’idea di far pagare un biglietto simbolico di un euro per l’accesso alla fontana, riservando però l’ingresso gratuito ai cittadini romani. Un progetto che ha trovato un’eco favorevole anche nelle istituzioni nazionali, con la Ministra del Turismo, Daniela Santanchè, che ha espresso apertura alla proposta, sottolineando la necessità di mettere “a reddito le nostre ricchezze” e di creare un sistema di prenotazione per gestire i flussi turistici.

La sfida della gestione dei flussi turistici a Fontana di Trevi

L’enorme afflusso di visitatori a Fontana di Trevi è da anni un tema delicato per l’amministrazione capitolina. Ogni giorno, migliaia di persone si affollano nella piccola piazza, trasformando la visita a uno dei luoghi più suggestivi del mondo in una battaglia tra selfie stick, calca e frustrazione. Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha dichiarato che la situazione è ormai “molto difficile da gestire” e che spesso si traduce in episodi di degrado e disordine. Le forze di polizia locale, incaricate di mantenere l’ordine e proteggere il monumento, hanno più volte sottolineato l’impossibilità di garantire una fruizione serena del sito nelle condizioni attuali.

La proposta di Onorato, che mira a scaglionare gli accessi tramite un biglietto simbolico e un sistema di prenotazione, non è senza precedenti. Un esperimento simile è stato introdotto di recente al Pantheon, uno dei monumenti più visitati della Capitale, dove un biglietto d’ingresso ha permesso di gestire in maniera più ordinata il flusso di turisti. Anche in questo caso, però, si parla di un luogo al chiuso, mentre Fontana di Trevi è un monumento all’aperto e accessibile da più punti.

Un biglietto per preservare la bellezza o un ostacolo alla libera fruizione?

La proposta, che per alcuni rappresenta una misura necessaria per preservare la bellezza e l’integrità del monumento, per altri meno. È giusto far pagare per l’accesso a uno spazio pubblico che, fino ad ora, è stato liberamente fruibile da tutti? Fontana di Trevi è un simbolo di Roma e, più in generale, del patrimonio culturale italiano, ed è vista da molti come un bene comune che dovrebbe rimanere accessibile senza barriere economiche. Tuttavia, c’è chi, come Romolo Guasco, direttore di Confcommercio Roma, vede positivamente la possibilità di un contingentamento, sostenendo che l’attuale situazione rende “difficile godere veramente” della fontana.

I precedenti esistono, ma la maggior parte riguarda monumenti situati in ambienti chiusi, come il Cenacolo di Leonardo a Milano o la Galleria Borghese a Roma, dove il controllo degli accessi è facilitato dalla struttura stessa del luogo. Per Fontana di Trevi, la situazione è ben più complessa, e un eventuale meccanismo di gestione dei flussi dovrà essere tecnologicamente avanzato e attentamente studiato per evitare problemi logistici e per garantire che il monumento rimanga accessibile a tutti, pur preservandolo dal degrado.

Opportunità economiche e rischi di speculazione

Da una prospettiva economica, la proposta di far pagare un biglietto per accedere a Fontana di Trevi potrebbe generare entrate utili per la manutenzione e la salvaguardia del monumento. Ma rimane la preoccupazione che si possa aprire la porta a una mercificazione eccessiva del patrimonio culturale, trasformando la visita a uno dei monumenti più emblematici di Roma in un’esperienza esclusiva e a pagamento. La Ministra Santanchè ha sottolineato l’importanza di mettere “a reddito le nostre ricchezze”, ma la questione centrale resta la capacità del Comune di Roma di gestire adeguatamente il sistema, garantendo controllo e rispetto delle regole.

Un altro aspetto da considerare è l’effetto che tale misura potrebbe avere sui commercianti della zona, che già da tempo si confrontano con una pressione crescente causata dall’overtourism. Se da un lato un meccanismo di prenotazione e pagamento potrebbe ridurre l’afflusso incontrollato di persone, dall’altro potrebbe disincentivare alcuni turisti, specialmente quelli “mordi e fuggi”, con conseguenze potenzialmente negative per le attività commerciali locali.

Prospettive future e necessità di equilibrio

Al di là del dibattito economico e sociale, la questione sollevata dalla proposta di Alessandro Onorato rappresenta un’opportunità per riflettere su come gestire e preservare il nostro patrimonio culturale in un contesto in cui il turismo di massa continua a crescere. Roma, con i suoi monumenti e la sua storia millenaria, attira milioni di visitatori ogni anno, ma la pressione esercitata da questo afflusso costante mette a dura prova le risorse e la capacità gestionale della città.

Un biglietto per Fontana di Trevi potrebbe rappresentare una soluzione a breve termine per regolamentare gli accessi, ma è necessario un sistema che preveda non solo misure di controllo dei flussi, ma anche investimenti significativi nella manutenzione e nel monitoraggio del monumento, oltre a politiche che promuovano un turismo più sostenibile.