Blog: il web come opportunità
Chiara Ferragni nel 2014 ha fatturato 8 milioni di dollari
Blogging. Questo termine, ormai entrato a far parte del linguaggio di ogni giorno, testimonia – forse più di ogni altro sostantivo internettiano – il cambiamento che rapporti sociali e comunicazione hanno subito dal 1995, anno in cui Internet diventa uno strumento di massa, ad oggi. Il termine “blog”, probabilmente coniato da Peter Merholz, è l’abbreviazione di “web log” ed indica, secondo il glossario informatico, “un sito web autogestito dove vengono pubblicate in tempo reale notizie, informazioni, opinioni o storie di ogni genere, visualizzate in ordine cronologico inverso (prima i messaggi più recenti, ndr)”.
Per diventare autore di un blog non occorre esser né giornalisti né pubblicisti, tanto meno aver studiato programmazione poiché la procedura più utilizzata consiste nella registrazione dell’utente-autore su siti specifici che creano in automatico lo spazio virtuale, usando impostazioni predefinite e pochi parametri di configurazione. Pratico ed estemporaneo, il blog, diventa a partire dal 2002 uno degli strumenti più inflazionati. Ma se è vero che nella fase iniziale non sono richieste particolari abilità, il difficile arriva quando si vuole cercare di emergere dal maremagum di nuovi weblogs che, ogni giorno, nascono e muoiono. Proprio per questo, chi riesce nella titanica impresa, diventando così un personaggio pubblico, non gode solo di generica notorietà ma attira su di sé anche ammirazione smisurata ed altrettante invidia.
E’ il caso, per parlare di fashion-bloggers ben note al pubblico italiano, di quel filone di autrici che, per sinteticità, potremmo chiamare “Chiare”. Proprio così, perché Chiara Ferragni – ventinovenne di Cremona che nel 2014 ha fatturato addirittura 8 milioni di dollari con la sua linea di scarpe – e, subito dopo, Chiara Biasi – ventenne di Pordenone – sono venerate da milioni di followers e, allo stesso tempo, ferocemente criticate da altrettanti. Certo è che, nel bene e nel male, di loro se ne parla. Tanto. E che questo non fa altro che accrescere una notorietà che, le due bloggers, sono riuscite a conquistare a partire da mezzi e strumenti di cui tutti dispongono. E, se è vero che non tutti ce la fanno, altrettanto vero è che, almeno in questo ambito, ognuno è libero di provarci.