Bollette, Cingolani: “10 miliardi contro i rincari” (e i danni di Bruxelles)
Il Mite propone misure strutturali, dal taglio degli incentivi per le rinnovabili all’aumento della produzione di gas nazionale: che suonano come una “tassa sul Recovery Fund”
Poco meno di 10 miliardi per mitigare gli effetti del caro bollette. È l’ammontare delle risorse che il Governo è pronto a mettere in campo per finanziare una serie di misure che dovrebbero diventare permanenti. E che, dovendo di fatto servire a riparare i disastri generati dalle euro-follie green, ha delle conseguenze del tutto paradossali.
10 miliardi contro il caro bollette
«Non credo che potremo tirare fuori soldi cash ogni trimestre per le bollette, come abbiamo fatto finora». Perciò, «per il nostro paese, come per gli altri in Europa, è arrivato il momento di una strategia strutturale». Lo ha affermato in audizione davanti alle Commissioni Industria di Camera e Senato il Ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani. Che ha anticipato che il CdM è pronto a varare un Decreto ad hoc che includerà anche l’auspicato raddoppio della produzione di metano sul territorio nazionale.
Per il resto, come riporta l’ANSA 2 o 3 miliardi potrebbero essere ricavati dal taglio degli incentivi su fotovoltaico e idroelettrico. Una riforma del mercato delle rinnovabili potrebbe portare altri 1,5 miliardi, passando a una negoziazione a lungo termine. E l’aumento delle accise sui carburanti ha generato nel 2021 altri 1,4 miliardi di extra-gettito.
Infine, come rileva Il Sole 24 Ore, 3 miliardi dovrebbero provenire dalla cosiddetta cartolarizzazione degli oneri generali di sistema. Costi che tutti gli utenti devono obbligatoriamente sostenere per sovvenzionare attività di interesse collettivo per i sistemi elettrico e del gas. E che il Mite vorrebbe in parte cedere (trasformando il credito in obbligazioni per liberare capitale liquido), in parte coprire coi proventi dei permessi di emissione di CO2.
I danni di Bruxelles
È qui che (ri)cominciano i “meriti” – si fa per dire – di Bruxelles. Con cui d’altronde andrebbe concordato anche un altro provvedimento su cui, come riferisce TGCom24, ragiona il Superministro: la sforbiciata dell’Iva sulle bollette.
Le responsabilità dell’Europa, comunque, sono ben più ancestrali. Intanto perché, come abbiamo più volte argomentato, alla base dei rincari c’è sempre la genuflessione comunitaria all’affermazionismo ambientalista. E poi perché, oltretutto, la Commissione Ue ha imposto di destinare almeno un terzo dei fondi del programma Next Generation Eu ai deliri verdi.
Il combinato di queste assurde disposizioni genera degli effetti, per così dire, da economia circolare. Per cui il Vecchio Continente prende, sotto forma di imposte, dei soldi che poi dà agli Stati membri per obbedire ai suoi diktat. E contemporaneamente crea dei danni cui le stesse Nazioni devono rimediare, magari utilizzando gli stessi euro-stanziamenti, che dunque diventano una sorta di tassa sul Recovery Fund.
Il tutto, peraltro, nell’illusione di poter raggiungere obiettivi risibili perché fissati sulla scorta di un ideologico catastrofismo. Senza accorgersi di aver causato, già ora, un’autentica catastrofe.