Bollette, l’ammissione di Cingolani: stangata a ottobre per i deliri green
Il Ministro rivela che l’elettricità aumenterà del 40%, in due trimestri siamo a +60%. Colpa delle folli euro-tasse sulla CO2, finalizzate al ridicolo obiettivo della neutralità climatica
A partire dal mese prossimo ci aspetta una vera e propria stangata sulle bollette, a cominciare da quella elettrica. L’ammissione è arrivata direttamente da ambienti governativi, che contestualmente hanno confermato l’eziologia della pessima novità. Da ricercare (quasi) tutta nella genuflessione della Ue ai deliri del peggior ambientalismo.
Verso l’impennata delle bollette
«Lo scorso trimestre la bolletta elettrica è aumentata del 20%, il prossimo trimestre aumenta del 40%». Lo ha rivelato Roberto Cingolani, titolare della Transizione ecologica, che ha tra l’altro la competenza sull’energia.
Il Ministro “tecnico” ha spiegato che quest’impennata dipende principalmente da due fattori. Il primo è l’incremento del «prezzo del gas a livello internazionale», dovuto soprattutto al boom delle richieste in Asia, e in particolare in Cina. Non a caso, si prospetta una forte lievitazione anche del relativo balzello e, a cascata, sui carburanti e quindi sui costi di produzione e trasporto delle materie prime. Per un salasso complessivo che Federconsumatori ha stimato in +669,80 euro annui.
Considerando poi che l’Italia importa circa 3/4 del proprio fabbisogno energetico dall’estero, si capisce perché proprio Cingolani abbia chiesto di riconsiderare il nucleare. Che è una fonte di energia pulita e sicura, ma pregiudizialmente osteggiata dagli «ambientalisti radical chic» che, per il fisico, sono «parte del problema». Non potremmo essere più d’accordo, anche perché, malgrado non sia elegantissimo rivendicarlo, in merito siamo stati facili profeti.
L’euro-genuflessione ai deliri ambientalisti
Il secondo elemento alla base del caro bollette, infatti, è il fatto che «aumenta anche il prezzo della CO2 prodotta». E aumenta a causa dei folli dazi imposti da Bruxelles ai produttori di energia per perseguire l’obiettivo della cosiddetta “neutralità climatica” nel 2050. Obiettivo ridicolo, visto che, come sostiene un luminare del calibro di Antonino Zichichi, «l’azione dell’uomo incide sul clima per non più del 10%». Per il resto, chiedere al Sole, ai cicli di Milanković (i cambiamenti periodici dell’eccentricità dell’orbita della Terra, dell’inclinazione e della precessione dell’asse terrestre) e al vulcanismo.
Però, per correre dietro a questi vaneggiamenti green, si mettono in ginocchio i consumatori in tutto il Vecchio Continente. Tant’è vero che, in Spagna, il Premier Pedro Sánchez ha deciso di far crollare la tassa sull’elettricità dal 5,1% allo 0,5% per alleggerire l’esborso. «Piano piano arriverete tutti a capire quanto siano miopi e suicide le ultime scelte europee» ha twittato caustico Guido Crosetto, ex deputato di FdI.
In modo simile all’esecutivo iberico, Palazzo Chigi era già intervenuto nel terzo trimestre (iniziato a luglio) con un provvedimento da 1,2 miliardi. Dimezzando così i rialzi delle imposte, alla fine “contenuti” a +9,9% per l’elettricità e +15,3% per il gas.
Cingolani ha assicurato che anche stavolta «il Governo è fortemente impegnato per la mitigazione dei costi delle bollette», anche se non ha specificato in che modo. Intanto però il tempo passa, e il 1° ottobre è sempre più dietro l’angolo col suo carico di rincari. In Francia hanno avuto i gilet gialli per molto meno.