Bollette raddoppiate nelle scuole del Friuli, ipotesi settimana corta per ridurre i consumi
Lezioni scolastiche svolte cinque giorni a settimana invece che sei?
Il tema dei rincari delle bollette approda nel consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, all’attenzione della commissione competente in materia, riunita oggi a Trieste. E si focalizza sulle scuole, dove la stima è quella, in alcuni casi, di un raddoppio delle utenze. Presenti anche i direttori degli enti di decentramento regionale (Edr), che gestiscono le scuole secondarie di secondo grado della regione, i dirigenti scolastici, alcuni rappresentanti degli studenti e dell’Anci.
Le scuole potranno accorciare la settimana se riterranno possibile mantenere il monte ore necessario, nell’ottica di ridurre i consumi, ma nessuna direttiva precisa verrà disposta dalla regione in tal senso. E intanto si fanno i conti con le previsioni per un 2023 che si aprirà fin da subito con un incremento generale di spesa su tutti i fronti, tra elettricità e riscaldamento.
Ad Alessia Rosolen, assessore regionale all’Istruzione, il compito di ricordare i fondi già stanziati dalla Regione per venire incontro agli istituti, per gli aumenti previsti. Di pari passo, ha precisato Rosolen, sono stati portati avanti anche “investimenti per l’efficientemente energetico e l‘adeguamento sismico degli edifici, con un grande lavoro che in 2 anni ha impresso un cambio di passo apprezzato da scuole e sindaci”.
Snocciolati poi alcuni dati sull’esborso necessario per mandare avanti le scuole. L’Edr di Udine, con 65 istituti scolastici, prevede per elettricità e riscaldamento circa 11 milioni di euro nel 2022, mentre per il 2023 le stime parlano di 16 milioni. La stessa fotografia a Pordenone mostra 29 edifici, una spesa attuale di 2 milioni e 135mila euro per il riscaldamento e di 913mila euro per la luce.
Che raddoppieranno nel 2023. A Trieste l’Edr conta su 26 edifici, con 2,8 milioni a conclusione del 2022, con una proiezione sul 2023 che parla di 3,8 milioni. Infine a Gorizia le bollette per i 16 istituti, dai 1,8 milioni del 2022 passeranno ai 3 milioni di euro circa.
E sull‘ipotesi, ventilata anche a livello nazionale, di una settimana più corta a scuola per ridurre i consumi, Rosolen spiega: “Se il numero minimo di giorni di apertura deve essere infatti garantito dal calendario regionale, altri temi restano di competenza dei singoli istituti, come la decisione di istituire per tutte le classi la settimana corta con sospensione delle lezioni il sabato. Una scelta che deve tener conto delle esigenze di conciliazione dei tempi di lavoro delle famiglie“. (Mic/ Dire)