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Bonus fondo perduto perequativo: una beffa, vediamo perché

La possibilità di presentare domanda per ottenere il contributo perequativo contenuto nel Decreto Sostegni bis, è già attiva dal 29 settembre 2021

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Bonus fondo perduto perequativo, una beffa. Vediamo perché.

Bonus fondo perduto perequativo, una beffa, vediamo perché


La possibilità di presentare domanda per ottenere il contributo perequativo contenuto nel Decreto Sostegni bis, spettante ai titolari di partita Iva è già attiva dal 29 settembre 2021 e terminerà il 28/12/2021.


L’Agenzia delle Entrate – pensate – ci ha “sprecato” anche il tempo per emanare ben due Provvedimenti ossia quello del 04/09/2021 prot. 227357 e quello del 29/09/2021 n. 336196 per spiegare quali i periodi di imposta e quale l’ammontare dei risultati economici d’esercizio necessari da trasmettere.

Naturalmente i contribuenti dovranno presentare l’istanza così come previsto e calcolare il Bonus spettante detraendo i Bonus già percepiti dai decreti precedenti. Un subbuglio di calcoli e di percentuali da mettere in difficoltà anche gli addetti ai lavori. Ma questo è normale e, forse, volutamente per far sbagliare e non pagare.


Era più semplice che l’Agenzia delle Entrate pagasse in automatico ed in autonomia il Bonus perequativo.
Vediamo in sintesi i motivi delle nostre perplessità:

Bonus fondo perduto perequativo: 7 domande

1)Perché il Decreto non ha previsto, come invece dovrebbe agire uno Stato vicino ai cittadini, l’automatico riconoscimento del Bonus da parte dell’Agenzia delle Entrate ai contribuenti proprietari delle Partite Iva? 2)Non ha, forse, l’Agenzia delle Entrate il “cervellone” dove sono contenute tutte le informazioni di ogni contribuente e di ogni azienda ed i risultati contabili con le relative dichiarazioni dei redditi? 3)Perché fa perdere tempo ai cittadini a leggersi il decreto i provvedimenti, le consulenze dei professionisti presso i quali hanno la contabilità, gli amici e quant’altri?


4)Perché l’Agenzia delle Entrate deve far perdere tempo e denaro allo Stato per gli aggiornamenti dei
programmi da fornire agli autonomi interessati da detto Bonus, per la compilazione e presentazione delle
domande?

5)Perché l’A.E. deve far “perdere tempo” ai propri funzionari e dipendenti per il controllo delle
domande che saranno presentate e che troveranno accoglimento o verranno rigettate? 6)In che modo i
Ministeri utilizzano le tanto decantate tecnologie (dopo tanti soldi spesi!) per distinguersi senza distinguersi anzi per non fornire assistenza?

7)Perché pagare questi servizi (controlli, risposte al cittadino, ricevimento e studio dei ricorsi, accoglimento delle domande) ai dirigenti e funzionari dipendenti quando le loro
competenze possono essere utilizzate per i controlli più rapidi delle dichiarazioni dei redditi e per gli
accertamenti fiscali senza farli eseguire quando manca un anno dalla prescrizione?


Gli Uffici statali non sempre sono al servizio del cittadino ma di chi vi lavora.
Lo stesso sistema, utilizzato per il Bonus perequativo odierno, era stato già utilizzato per i Bonus precedenti e molte aziende avevano desistito a presentare le istanze ed i ricorsi a causa delle risposte evasive da parte dall’A. E.: “domanda respinta perché vi sono differenze tra importi da Lei dichiarati e quelli in nostro possesso”. Mentre era più semplice, per aiutare il cittadino, rispondere: “devi scrivere questo importo perché è quello che ci risulta; oppure: “ti abbiamo corretta noi la domanda con i dati in nostro possesso ” e non lasciarlo in balia di sé stesso. Dove sta il servizio che gli Enti statali, pubblici, debbono fornire ai loro concittadini?

Che discriminazione è questa?


Le categorie dei Commercialisti, dei Tributaristi, dei Ragionieri, dei Geometri etc. ed i rappresentanti dei
Commercianti ed Artigiani, quando decideranno di farsi sentire? Perché nessuno ha denunciato questo
metodo “incivile” e farraginoso che ha dimostrato la poca competenza dei vertici e la poca sensibilità nei
confronti di chi ha subito il trauma della perdita di liquidità a causa del COVID e non ha uno stipendio fisso?
La tecnologia deve portare all’efficienza e servire a far risparmiare tempo nell’elargire, a chi ne è beneficiario, i rimborsi ed i Bonus. Ma l’Italia, nei suoi attuali governanti, troppo spesso attorniati da esperti e super esperti (sic!) ben pagati, è a conoscenza dei “talenti” che ha a sua disposizione per essere vicino e al servizio dei cittadini oltre a far risparmiare soldi allo Stato?

Sul sito dell’A.E. si legge: “L’agenzia delle Entrate continua ad investire risorse e tecnologia per sviluppare e ampliare la gamma dei servizi telematici”. Vedendo come sono stati gestiti i Bonus partita Iva sotto la
pandemia e come è stato gestito il Bonus perequativo ci sembra che, parlare di presa in giro, sia riduttivo.
Per giunta è stato stabilito che possono usufruirne solo coloro i quali hanno inviata la dichiarazione dei redditi entro il 30 settembre 2021, anche se il termine ultimo è stato fissato, da successivi decreti, al 30 novembre 2021.

Che discriminazione è questa? Forse lo Stati ed il Ministero non hanno i soldi sufficienti per pagare
tutte e diciamo tutti i contribuenti con partita Iva? Lo dicessero esplicitamente. Chi ci capisce è bravo! Forse pensano che chi ha spedito la dichiarazione dei redditi entro il 30 settembre 2021 è più virtuoso e preciso (ho lo hanno già controllato) rispetto a chi ha trasmesso la sua dichiarazione dei redditi successivamente e sempre nei termini di legge? Auguriamo un buon risveglio a chi deve coadiuvare e considerare tutti uguali i cittadini italiani.

Alessandro Spaziani

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