Borghesiana e Longoni, un’altra coop a processo per i piani di zona
Il 18 febbraio udienza preliminare per gli ex vertici di Consorzio cooperative di abitazione – Associazione italiana casa (Aic), imputati per i reati di truffa e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche
Il caso dei piani di zona a Roma sembra non avere fine. Lunedì 18 febbraio avrà luogo l’udienza preliminare degli ex vertici della cooperativa Consorzio cooperative di abitazione – Associazione italiana casa (Aic), i quali sono imputati per i reati di truffa e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Secondo l’accusa, infatti, i legali rappresentanti della cooperativa al tempo dei fatti contestati avrebbero intascato contributi regionali pari a circa tre milioni e duecento mila euro per la costruzione del piano di zona Borghesiana-Pantano e due milioni di euro circa per quello di via Longoni.
Piani di zona, presunta truffa a Borghesiana-Pantano
La presunta truffa avrebbe indotto in errore singoli inquilini, i quali si sono ritrovati a stipulare contratti di locazione a condizioni più svantaggiose, e avrebbe permesso agli ex vertici della cooperativa un ingiusto e ingente profitto costituito dal maggiore ed canone di locazione. Sono indicati come parti offese nel procedimento venti inquilini assegnatari degli alloggi, il Comune di Roma e la Regione Lazio.
L’avv. Perticaro: la politica non si è preoccuparta di riparare i danni subiti da questi inquilini
“Questo è l’ennesimo risultato che gli inquilini ottengono portando davanti al giudice penale le società e le cooperative che hanno costruito abitazioni in edilizia agevolata a Roma”, ha commentato l’avvocato Vincenzo Perticaro, difensore degli inquilini. “A oggi la politica, sia a livello locale sia nazionale – ha dichiarato il legale -, non si è però preoccupata di riparare i danni subiti da questi inquilini con la stessa celerità con cui si è intervenuti per l’affrancazione. Decreti ingiuntivi, sfratti, somme pagate in eccesso e non restituite. Alla luce di tutti i rinvii a giudizio arrivati dalla Procura di Roma ci si sarebbe aspettati un atteggiamento diverso”.