Borghezio, in Europa sovranità monetaria e stop immigrazione
D: “E’ possibile immaginare una Lega che sostituisca Nord con Italia?” R: “E’ un auspicio sicuramente condivisibile”
Il 25 Maggio, come è noto, gli italiani saranno chiamati ad esprimere il voto per eleggere i parlamentarti che rappresenteranno il nostro Paese in Europa. In vista di questa scadenza, Romait ha rivolto alcune domande ad alcuni dei candidati dei maggiori partiti che concorreranno alla competizione elettorale per il Collegio Centrale, di cui la nostra Regione, il Lazio, fa parte insieme alle Regioni Marche, Toscana e Umbria. Iniziamo con Mario Borghezio, Lega Nord, che Romait ha raggiunto telefonicamente per porgli qualche domanda.
Iniziamo con la politica del suo partito, se non le dispiace. Segreteria Salvini: un nuovo inizio? La sua candidatura nell'Italia centrale potrebbe essere una prova del cambiamento di rotta della Lega Nord, che ora guarda all'Italia intera. Tant'è che i sondaggi, adesso, vi danno a diversi punti in più rispetto a soli due mesi fa.
Certo (Salvini è) una forza trainante, una forza della natura. Questo segretario è iperattivo, giovane e che piace a tutti, non solo ai giovani. Per quanto riguarda invece la mia candidatura credo che essa sia una sfida positiva. Continuiamo sempre a considerare ladrone il palazzo di Roma, ma non certo i cittadini romani che ci hanno accolto molto bene e con intelligenza. Non solo: hanno capito che noi abbiamo capito che i cambiamenti si devono fare solo con il popolo di Roma, e naturalmente con quello del Lazio, della Toscana, dell'Umbria e delle Marche. L'Italia centrale è un collegio che vogliamo conquistare a viso aperto, con le nostre idee, quali l'abrogazione della legge Fornero, la legge Merlin e combattendo le battaglie contro l'euro ed il signoraggio bancario.
Proprio in virtù di questo cambio di rotta politica, che riguarda anche e soprattutto l'allargamento dei margini d'azione della Lega anche verso il Centro ed il Sud della Penisola, sarebbe possibile immaginare da qui ad un arco di tempo indefinito che la Lega Nord, facendo l'ultimo passo verso la definizione di un vero e proprio partito nazionale, sostituisca quel "Nord" con "Italia"?
Il Nord è sempre nel cuore dei nostri cittadini, che per primi hanno dato forza a questa grande Lega che oggi si apre al voto ed ovviamente al sostegno di tutto il popolo italiano. Da queste elezioni nasce una Lega più completa, una Lega che parla a tutti, forte del successo del consenso che ha già raccolto nelle zone del Nord (e non solo) del Paese. Quindi questo auspicio è sicuramente condivisibile.
Austerità, distanza, Germania: le tre parole oggi purtroppo più usate per riferirsi all'Europa. Tre parole che rispecchiano il clima d'incertezza, diffidenza e spesso ostilità verso le istituzioni europee. Ce ne da altre tre che secondo lei, come candidato alle elezioni europee, dovrebbero e potrebbero sostituirle?
Sovranità monetaria, innanzitutto; uscita dall'euro, come secondo discorso; e, come terzo, stop immigrazione. Esplicando questi concetti, noi dobbiamo in primis riacquistare la nostra dignità, giacché noi non abbiamo neanche più il potere di votarci un bilancio scritto di noi, perché ce lo scrive l'Europa, l'Europa padrona; e poi, soprattutto, dobbiamo tornare padroni della nostra moneta, perché senza sovranità monetaria un popolo non conta niente e non è padrone del suo futuro. Infine, stop a questa invasione extracomunitaria. Su Roma, i giornali di oggi lo dicono chiaramente, stanno calando alcune migliaia di cosiddetti rifugiati, che in realtà sono clandestini, i quali con un sotterfugio vengono portati in tutti i quartieri di Roma. Noi vogliamo bloccare questa invasione.
Uscire dall'euro è veramente possibile? E, se sì, in che termini? Il referendum è tecnicamente possibile?
Di referendum parla Grillo che sa che la Costituzione non lo prevede. La Lega, che fa le cose seriamente, dice politicamente è possibile, lo prevedono i trattati, ma manca la volontà politica. Basta avere una classe politica che non sia serva dei poteri di Bruxelles e degli uomini dell'alta finanza. Noi, invece, vogliamo un'Europa dei popoli, delle regioni. Non certo dei banchieri. Ricordiamoci che tutto è possibile se c'è la volontà politica.
Non sarebbe invece possibile, con questa nuova legislatura, rivisitare l'intera struttura europea e renderla più consona alle esigenze di tutti? Lei crede personalmente che sia troppo tardi?
Non è mai troppo tardi per riacquistare la propria libertà: usciamo dalla prigione dell'Euro e cambiamo radicalmente questa Unione europea per farla diventare un'Europa dei popoli. Vogliamo eleggerli noi i nostri governanti europei, giacché, come lei sai, attualmente i nostri commissari europei, che sono i "ministri" dell'Europa, non sono certo eletti a suffragio universale. Restituiamo quindi ai nostri popoli il potere di decidere sul loro destino. Questa è l'idea d'Europa che ha la Lega: non contro l'Europa, ma contro questa Unione europea che ha regalato soltanto questi problemi dell'euro, della disoccupazione, immigrazione a volontà, un deficit incredibilmente storico nel potere d'acquisto delle famiglie e una crisi esponenziale della disoccupazione. Così non si può andare avanti, bisogna rimediare dando forza all'unico movimento politico che ci ha difesi da questa Europa. E ricordiamoci, inoltre, che la Lega ha istituito e difeso il principio secondo quale clandestinità è uguale a reato.
Poniamo il caso che la Lega, pur ottenendo un buon risultato, si trovi in minoranza con il suo gruppo parlamentare. In questi termini, proprio per questioni numeriche, non sarebbe dunque possibile parlare di uscita dall'ero. Dunque le chiedo: oltre all'uscita dall'Eurozona, c'è un'altra battaglia che intende fare in Parlamento? Imprese, lavoro, finanziamenti europei?
Innanzitutto, grazie all'accordo elettorale che abbiamo fatto con Marine Le Pen e con altri movimenti molto forti in Europa che viaggiano dal 20/25 fino al 30%, noi saremo forti e determinanti nel Parlamento europeo. La battaglia sull'uscita dall'euro è poi ancora tutta combattere e da cominciare, e Dio sa come finirà. La nostra seconda battaglia, certo non in ordine di tempo e di importanza, è quella di bloccare questa selvaggia invasione delle nostre coste e ottenere che l'Europa difenda i suoi confini; l'Europa deve difendere i confini del Sud, rappresentati dalle coste delle nostre regioni meridionali. Dunque basta con questa invasione: in Europa, con la forza che avremo, questo si potrà ottenere.