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Boxe mondiale. Ecco De Carolis, un romano campione dei supermedi

Giovanni De Carolis, con una  prova intelligente, dispendiosa, orgogliosa e gagliarda, ha gettato il cuore oltre l’ostacolo

Sono un appassionato di boxe fin da bambino, perchè è uno sport  leale, dove si danno e si incassano colpi duri, si affrontano enormi sacrifici, si immola la spensieratezza dei giovani e si procede passo dopo passo, con fatica, sudore e lacrime, verso un traguardo che non si sa se sarà mai raggiunto e intanto, per vivere, è necessario avere un lavoro, perchè nel nostro Paese, il pugilato è trattato dall'alto in basso, con un trafiletto in penultima pagina e la Tv ha altro da fare, piuttosto che occuparsi di gente che sputa sangue in palestra per amore di una disciplina, perchè la boxe, è soprattutto una disciplina e merita in sommo grado, quel rispetto che non ha. Ricordo le serate su Rai 1, quando in collegamento Eurovisione o Mondovisione, venivano trasmessi i combattimenti di Benvenuti, Mazzinghi,  Adinolfi e non dimentico gli anni successivi dei vari Duran, Antuofermo, Minchillo, fratelli Stecca, Oliva, Rosi, Damiani e tanti altri  grandi rappresentanti dei nostri colori che potevamo ammirare sul piccolo schermo. Non li ho citati tutti e non me ne voglia chi non ho menzionato, ma questo in fondo vuol dire che di campioni ne abbiamo avuti tanti davvero. Non nascondo di essermi emozionato, giusto poche ore fa, quando un pugile di casa nostra, Giovanni De Carolis, romano della Montagnola, 31enne, ha conquistato il titolo mondiale nella categoria dei supermedi, ad Offenburg, in Germania, sconfiggendo all'undicesima ripresa per Kot,  il 20enne tedesco, Vincent Feigenbutzt. Sappiamo bene, avendo appreso da precedenti negative esperienze, che vincere in Germania è possibile solo nell'eventualità che si costringa l'avversario alla resa, poichè, ai punti è praticamente un miraggio(lo stesso Giovanni ne sa qualcosa). Ebbene, De Carolis, grazie ad una  prova intelligente, dispendiosa, orgogliosa e gagliarda, ha gettato il cuore oltre l'ostacolo, battendo il più giovane avversario, peraltro sostenuto dall'entusiastica carica profusa dalla tifoseria locale. E' stata una grande impresa quella del nostro atleta e il modo migliore per descriverla, è sintetizzata dalle sue stesse dichiarazioni: "E' stato un mondiale sognato, sofferto e soprattutto voluto. Abbiamo avuto il merito di crederci fino in fondo e così, dopo un duro periodo di preparazione, siamo riusciti a portarlo a casa." Il nostro, inoltre, non ha nascosto il desiderio e la speranza di poter difendere il titolo a Roma. Noi glielo auguriamo con tutto il cuore e in quell'occasione, che siamo certi arriverà, faremo il tifo a bordo ring o ammirando il nostro campione su Deejay Tv, l'emittente che ha creduto e che crede nella boxe, in un ambito mediatico dove purtroppo c'è anche tanta superficialità nella valutazione delle cose. Il pugilato merita questo e molto, molto altro, perchè il pugilato non è solo uno sport: è una disciplina.

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