Calcio: Roma, la prima sconfitta e i vecchi malanni
La Roma stavolta non meritava di perdere, Viviani ha parato l’impossibile e la selva di gambe dei doriani, sempre davanti al loro portiere almeno in nove, hanno fatto muro
E arriva la prima sconfitta per la Roma, che perde a Genova contro la Sampdoria una partita che l'ha vista manovrare tutto sommato discretamente, possedere la palla per il 65% del tempo e battere (male) una serie innumerevole di calci d'angolo (ne abbiamo contati 18, un record), segno di un'azione quasi sempre condotta nell'area sampdoriana. Diciamo subito che la Roma stavolta non meritava di perdere, che Viviani ha parato l'impossibile e la selva di gambe dei doriani, sempre davanti al loro portiere almeno in nove, hanno fatto muro impedendo che la palla finisse nella rete più e più volte.
Un fortino che crolla solo dopo che la Roma prende il gol dell' 1 a 0 su punizione di Eder, con una barriera giallorossa messa alla bell' e meglio, che si apre come il mare davanti a Mosè. Infatti ci pensa Salah finalmente a pareggiare ma, proprio nel finale del match, una serie di rimpalli davanti al portiere della Roma, trafitta dal solito contropiede, favorisce una sfortunata deviazione di Manolas, che voleva rinviare, ma che segna il suo primo gol in campionato nella porta sbagliata, la sua.
Non c'è altro da aggiungere se non che i giallorossi, a cui si deve rimproverare di essere sempre troppo scoperti con le squadre catenaccio come la Sampdoria, dovranno mettersi a vincere le partite che dominano come questa, se vogliono raggiungere i traguardi che si sono prefissi e che dicono di meritare, per qualità e numero di giocatori, per impegno agonistico e per il favoloso monte ingaggi. I campionati, lo ricordiamo a Garcia e a tutto il "cucuzzaro", si vincono battendo le squadre piccole, quelle che non ti fanno giocare e che schierano difese da incubo come ha fatto la Sampdoria, ripartendo con i giocatori veloci in contropiede. Sarà bene che il tecnico transalpino corra immediatamente ai ripari se vuole continuare a guidare la Roma.