Calenda-Della Vedova, oltre ai soldi di Soros c’è di più
Il leader di Azione rivela che il magnate ha elargito 1,5 milioni all’ex alleato +Europa, che non smentisce: evidentemente alcuni finanziamenti esteri sono “più uguali” di altri…
Ormai, come si suol dire, volano gli stracci tra gli ex alleati Carlo Calenda e Benedetto Della Vedova. Il leader di Azione, infatti, ha accusato il partito di Emma Bonino di aver ricevuto, in campagna elettorale, un importante finanziamento da George Soros. Anche se, per parafrasare una notissima canzone di Sabrina Salerno e Jo Squillo, oltre i soldi del magnate magiaro-americano c’è di più.
La querelle Calenda-Della Vedova
A dare fuoco alle polveri, come scrive La Verità, è stato dunque il j’accuse mosso da Calenda nell’ultimo libro di Bruno Vespa, La grande tempesta. In cui il leader del Terzo Polo è tornato sul momento della separazione dai dem, “colpevoli” di essersi accordati anche col connubio Verdi/Sinistra Italiana.
«Vedo che Della Vedova è totalmente schierato con il Pd» ha rivelato Calenda. «D’altra parte ne conosco le ragioni, non ultima quella che il finanziere George Soros ha sovvenzionato con 1,5 milioni di euro +Europa ponendo come condizione imprescindibile che si facesse un listone antifascista. Me lo disse ripetutamente Della Vedova prima della rottura».
Il diretto interessato, intervistato da La Repubblica, ha reagito duramente, minacciando querele. Tuttavia, al netto della precisazione che a essere foraggiati sono stati singoli candidati, non solo non ha smentito, ma anzi ha rivendicato il contributo. Venendo asfaltato dall’ex Ministro dello Sviluppo economico che, come riporta l’Adnkronos, via social ha definito la polemica francamente incomprensibile. Aggiungendo con fierezza che «per policy Azione e i suoi candidati non accettano finanziamenti diretti o indiretti da entità estere».
Oltre ai soldi di Soros c’è di più
Fin qui la diatriba, che in sé potrebbe anche essere derubricata a semplice baruffa tra ex amanti (politicamente parlando). Se non fosse che il campo diversamente largo di Enrico “stai sereno” Letta imputa da tempo agli avversari innumerevoli collusioni con la Russia di Vladimir Putin. Solo presunte, queste, a differenza di quelle di cui si è vantato l’esponente radicale. Per non parlare dei rubli che l’Unione Sovietica elargiva munificamente a quel Pci di cui il Partito Democratico è l’orgoglioso erede.
Tanto per dire che il Nipote-di dovrebbe probabilmente guardare in casa propria, per non dare l’impressione di considerare alcune ingerenze straniere orwellianamente “più uguali di altre”. O, per usare dei termini evangelici, prima di provare a togliere la pagliuzza dagli occhi altrui farebbe meglio a togliere la trave dal suo.