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Camerun, è mistero sullo stato di salute del Presidente Paul Biya

Malgrado le rassicurazioni del Governo, il 91enne Capo dello Stato non appare in pubblico da settimane: le voci sulla sua malattia si moltiplicano, e per la successione spunta pure l’ex interista Eto’o

Il Presidente del Camerun Paul Biya

Paul Biya (immagine dalla sua pagina Facebook)

C’è una domanda che da qualche tempo resta come sospesa in Camerun: che fine ha fatto il Capo dello Stato Paul Biya? Il dirigente 91enne, infatti, non si vede in pubblico da oltre un mese, il che sta suscitando, particolarmente a livello di social network, le speculazioni più disparate. Motivate non solo dall’età avanzata, ma anche e soprattutto dalla mancanza di notizie sulle sue condizioni sanitarie.

Il Presidente del Camerun Paul Biya
Paul Biya (immagine dalla sua pagina Facebook)

Chi è Paul Biya

Il Padre della Nazione, classe 1933 (ufficialmente, perché all’epoca nella Nazione africana non esisteva un registro di stato civile), è al potere ininterrottamente dal 1982. Monarchi a parte, è il più anziano Presidente in carica al mondo (e il secondo più longevo dopo l’82enne Teodoro Obiang, leader della Guinea Equatoriale dal 1979). E molto probabilmente si ripresenterà per un ottavo mandato consecutivo alle Presidenziali del 2025.

Teodoro Obiang Nguema Mbasogo
Teodoro Obiang Nguema Mbasogo (© Amanda Lucidon – White House / Wikimedia Commons)

Tuttavia, come rileva France 24, l’ultima apparizione ufficiale di Paul Biya risale al Forum sulla Cooperazione Cina-Africa, tenutosi a Pechino tra il 4 e il 6 settembre. Dopodiché, a far rumore è stato solamente il silenzio. Con le assenze dall’Assemblea Generale dell’Onu, dal Summit transalpino sulla Francofonia e dalla finale della Coppa del Camerun, che chiude la stagione calcistica nazionale.

Le già numerose voci su una sua possibile malattia si sono quindi, inevitabilmente, moltiplicate. Anche perché l’inquilino del Palais de l’Unité (il Quirinale di Yaoundé) è noto per il gusto del segreto, tanto da essere soprannominatola Sfinge”.

Il Palais de l’Unité a Yaoundé, Camerun
Il Palais de l’Unité a Yaoundé, Camerun (© Borigue / Wikimedia Commons)

Un altro candidato alle elezioni dell’anno prossimo, Christian Ntimbane Bomo, ha quindi sollecitato attraverso una lettera aperta un chiarimento da parte delle istituzioni. «Se è in congedo, ditelo» ha esortato, come riporta la BBC. «Se è indisposto, ditelo lo stesso, un Presidente della Repubblica può ammalarsi e ha il diritto di curarsi» anche «all’estero».

Il mistero intorno al Presidente del Camerun

Alla fine, comunque, come riferisce Jeune Afrique è arrivato il comunicato dell’organo che gestisce gli affari privati del Nostro, il Gabinetto Civile della Presidenza della Repubblica. Che, aggiunge Le Monde, ha voluto rassicurare «sull’eccellente stato di salute del Capo dello Stato, che lavora e svolge le sue funzioni a Ginevra». Dove, en passant, vive la figlia-rapper Brenda, recentemente balzata agli onori della cronaca rosa-arcobaleno per aver fatto coming out, benché l’omosessualità sia illegale nel Paese dell’Africa Centrale.

Il mistero sembrava dunque risolto, con buona pace di quanti pensa(va)no già alla successione dell’Highlander di Mvomeka’a. Lanciando tra l’altro, come ha fatto esplicitamente in un videoclip il cantante One Love, il nome dell’ex calciatore interista Samuel Eto’o. Che pure, come ricorda RFI, ha sempre negato ambizioni politiche, bollando addirittura i rumours come «una minaccia per la mia sicurezza», essendo pericoloso “disturbare il manovratore”.

Samuel Eto’o
Samuel Eto’o con la maglia dell’Inter (immagine dalla pagina Facebook della Lega Serie A)

In questo contesto, però, l’Agence France-Presse ha potuto visionare un’interessante nota indirizzata dal Ministro dell’Amministrazione territoriale Paul Atanga Nji ai Governatori regionali. «Qualsiasi discussione sui media riguardo allo stato del Presidente della Repubblica» rientra «nell’ambito della sicurezza nazionale» e, «di conseguenza, è formalmente vietata». E «i trasgressori dovranno affrontare il rigore della legge».

Paul Atanga Nji
Paul Atanga Nji (immagine dalla pagina Facebook afrik-inform.com)

Va da sé che un simile diktat non solo non blocca proprio nessun dibattito, ma anzi alimenta i sospetti. “A pensar male”, sosteneva d’altronde il Divo Giulio Andreotti, “si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”.