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Camerun, il coming out “illegale” della figlia del Presidente

Brenda Biya pubblica sui social una foto in cui bacia una modella: suo padre Paul governa da 42 anni il Paese dell’Africa Centrale, in cui l’omosessualità è punita anche con il carcere

Bandiera del Camerun

Bandiera del Camerun (© Pete unseth / Wikimedia Commons)

Il Camerun è alle prese con una tragicommedia a tinte arcobaleno, il che è piuttosto paradossale, se si pensa che qui l’omosessualità è illegale. E ancor più considerando che la vicenda tocca direttamente il Capo dello Stato Paul Biya: la cui unica figlia femmina, Brenda, è proprio la “pietra dello scandalo”.

Bandiera del Camerun
Bandiera del Camerun (© Pete unseth / Wikimedia Commons)

Il coming out della figlia del Presidente del Camerun

La ventiseienne rapper Brenda Biya, nota anche con lo pseudonimo di King Nasty, come riporta TGCom24 ha fatto coming out attraverso il suo account Instagram. Pubblicando un’immagine in cui bacia la modella brasiliana Layyons Valença, corredata dalla didascalia: «Sono pazza di te e voglio che il mondo lo sappia».

Brenda Biya bacia Layyons Valença
Brenda Biya bacia Layyons Valença (immagine dal profilo Instagram @kingnastyy)

Nel mondo dello showbiz non farebbe neanche notizia, se non fosse che il padre della diretta interessata è (dal 1982) il Presidente della Repubblica del Camerun. Nazione che punisce i rapporti gay con la reclusione da sei mesi a 5 anni e un’ammenda fino a 200.000 franchi CFA (circa 300 euro). E che appena un anno fa aveva dichiarato persona non grata Jean-Marc Berthon, ambasciatore francese per i diritti Lgbt.

Jean-Marc Berthon
Jean-Marc Berthon (immagine dal suo account Twitter)

Per il momento, dal Palais de l’Unité (il Quirinale di Yaoundé) non sono arrivati commenti sull’affaire, né in realtà se ne attendono, trattandosi di una questione privata. In più, la giovane cantante, che ha compiuto i suoi studi tra Usa ed Europa, vive da tempo in Svizzera. E quindi i suoi concittadini aspettano soprattutto di capire se per lei ci saranno conseguenze la prossima volta che rientrerà in patria.

Il vignettista franco-burkinabè Damien Glez ironizza sulla reazione di Paul Biya e della sua seconda moglie Chantal. “Cambia la legge, oppure cambia figlia…”

In effetti, come nota Jeune Afrique, il caso sta facendo particolarmente scalpore sui social network, dove molti ricordano che nessuno è al di sopra della legge. Ma, aggiunge Le Monde, sta anche suscitando grandi speranze nella comunità iridata, che conta sul fatto che l’affetto paterno prevarrà, facendo cadere tutte le accuse. E diventando al contempo la leva che permetterà di ottenere la liberazione di tutti i Camerunesi detenuti o esiliati in ragione del proprio orientamento sessuale.

Il Presidente del Camerun Paul Biya
Paul Biya (immagine dalla sua pagina Facebook)

D’altronde, non c’è che una sola forza capace di produrre un cambiamento così significativo. E, come recita l’inno nazionale del Paese dell’Africa Centrale, “che tutti i tuoi figli […] siano tutto amore”.