Campagna elettorale, ecco le “altre riforme” degli aspiranti chigiani
Giustizia, Pubblica Amministrazione, digitalizzazione, infrastrutture: su queste tematiche, le proposte dei contendenti alle Politiche 2022 sono le più disparate
Ultimo appuntamento con la nostra rubrica di approfondimento tematico sui programmi dei principali partiti e coalizioni impegnati nella campagna elettorale per le Politiche 2022. In questa puntata finale vengono esaminate le proposte riguardanti le “altre riforme”: ovvero, quelle che non avevano trovato spazio nelle edizioni precedenti.
Le “altre riforme” della campagna elettorale
Il fatto che in questa campagna elettorale il dibattito sia stato pressoché monopolizzato dalle riforme istituzionali non significa che fossero le uniche. Non foss’altro perché – per dire – i restyling della giustizia, della Pubblica Amministrazione e delle infrastrutture sono previsti dal PNRR, proprio come la svolta digitale.
In merito, il centrodestra intende semplificare il Codice degli Appalti, ammodernare e digitalizzare la Pubblica Amministrazione al fine di razionalizzarne il funzionamento. Oltre a potenziare l’alta velocità, realizzare grandi opere quali il ponte sullo Stretto, e sviluppare le infrastrutture digitali estendendo la banda larga in tutta Italia.
A livello di giustizia, l’alleanza FdI-Lega-Forza Italia punta su stop ai processi mediatici, diritto alla buona fama, razionalizzazione delle pene ed efficientamento su precetti e sanzioni penali. Ma, soprattutto, su un processo giusto e dalla ragionevole durata, la riforma del CSM e la separazione delle carriere.
Quest’ultimo è anche un obiettivo del Terzo Polo, come il contrasto alla «spettacolarizzazione mediatica» e il limite all’appellabilità delle sentenze di assoluzione in primo grado. Altre misure riguarderebbero poi il definitivo superamento delle correnti in magistratura, un sistema di valutazione delle toghe, riforme della custodia cautelare e del sistema penitenziario.
Carlo Calenda e Matteo Renzi mirano pure a completare l’Alta Velocità e migliorare la sicurezza della Rete Ferroviaria. Cuore del loro programma è però la digitalizzazione, da applicare anche alla PA per efficientarne i processi. Provvedimento che va di pari passo con l’eliminazione dei «tetti al salario accessorio per premiare la produttività» e l’azzeramento della burocrazia per anziani e disabili. Il tandem Azione-Italia Viva ha però in mente, in modo particolare, gli investimenti nella fibra e nel 5G. Accanto al supporto alle aziende innovative nascenti e alla «transizione digitale» delle imprese esistenti.
Le proposte di centrosinistra e M5S
Questi ultimi punti sono condivisi col centrosinistra, che in più chiede l’etichettatura digitale dei prodotti e il pieno controllo economico dei dati personali acquisiti dalle piattaforme online. Nonché un «Fondo nazionale per il diritto alla connessione digitale» che permetta tra l’altro l’acquisto di un computer a tutti gli studenti con reddito medio-basso. E, dulcis in fundo, la digitalizzazione della giustizia, per cui si auspica la «piena attuazione della Riforma Cartabia», finalizzata a una minor durata dei processi.
Il blocco a guida Pd pensa poi a istituire uno “Sportello virtuale della PA”, per la quale è previsto anche un «grande piano di assunzione». A rendere il trasporto pubblico gratuito per giovani e anziani, sostituendo anche i mezzi con analoghi a zero emissioni. E a completare le tratte ferroviarie ad alta velocità, stimolando al contempo lo sviluppo della mobilità ciclabile e pedonale in città.
Il M5S, invece, ritiene prioritari il contrasto alle mafie (tra l’altro completando la riforma dell’ergastolo ostativo) e la lotta alla corruzione. Ma anche il riconoscimento dell’accesso alla rete quale diritto costituzionale, la copertura nazionale con banda ultralarga e la creazione di una «banca dati digitale nazionale». E, infine, l’uso agevolato delle macchine elettriche, la «riconversione del parco auto privato circolante» e il biglietto unico integrato.
Termina dunque questo ciclo di analisi dei progetti degli aspiranti chigiani, a cui passa ora la palla (oltre che, naturalmente, agli elettori). Che vinca dunque il migliore! Per quanto, citando Nereo Rocco, potremmo aggiungere: speriamo proprio di no!