Campagna elettorale, ecco le ricette su sicurezza e immigrazione
In vista delle Politiche del 25 settembre, il centrodestra punta sui Decreti Sicurezza, gli altri sfidanti sullo Ius Scholae: e tutti concordano su lotta alla mafia e riqualificazione urbanistica
Proseguono ulteriormente i nostri approfondimenti sui grandi argomenti della campagna elettorale per le Politiche 2022. In quest’occasione vengono messi a confronto i programmi dei principali partiti e coalizioni sui temi della sicurezza e dell’immigrazione. Due questioni da sempre estremamente divisive, che in queste settimane che precedono il 25 settembre non potevano che confermarsi tali.
Sicurezza e immigrazione in campagna elettorale
Sulle tematiche della sicurezza e dell’immigrazione si registrano da sempre forti tensioni tra le forze politiche nostrane (e non solo). Con una netta separazione, in particolare, tra le posizioni del centrodestra e quelle degli altri tre poli, tra loro molto più affini.
La ricetta principale dell’alleanza Fdi-Lega-Forza Italia è il contrasto all’immigrazione irregolare, favorendo al contempo «l’inclusione sociale e lavorativa degli immigrati regolari». Obiettivi da perseguire tramite controllo delle frontiere, blocco degli sbarchi, creazione di hotspot extra-europei (ma gestiti dalla Ue) per valutare le richieste di asilo.
A tal fine dovrebbero essere ripristinati i Decreti sicurezza di stampo salviniano e il poliziotto di quartiere, e rafforzati l’operazione strade sicure e la videosorveglianza. Nel programma c’è spazio pure per la lotta alle mafie, al terrorismo, allo spaccio e alla diffusione delle droghe, nonché per la riqualificazione urbanistica.
Le ricette degli altri poli
Gli altri contendenti di questa campagna elettorale puntano tutti sullo Ius Scholae (la cittadinanza per gli stranieri che abbiano completato almeno un ciclo di studi). In più, il blocco di centrosinistra vuole abolire la legge Bossi-Fini e allargare i corridoi umanitari, rigettando contestualmente la politica dei respingimenti. Chiede inoltre un «piano nazionale contro le mafie», investimenti «sulla professionalità delle forze di polizia» e interventi di riqualificazione urbanistica e sociale.
Il M5S ritiene invece prioritaria la lotta alla corruzione, in riferimento anche al controllo dei fondi del PNRR. E, di nuovo, il contrasto alle mafie, mediante il completamento della riforma dell’ergastolo ostativo e le misure di prevenzione personali e patrimoniali.
Infine, il Terzo Polo pensa a creare un Ministero per l’Immigrazione e un «Sistema europeo comune di asilo», e a potenziare la Procura nazionale europea in funzione anti-mafia. Oltre a distinguere tra profughi umanitari e migranti economici, istituire corsi intensivi obbligatori di lingua e cultura italiana per i migranti, e inasprire le leggi sulle armi.
Diritto e diritti, insomma, vicini e lontani come sovente accade ai punti di vista. Che non di rado, quasi ineffabilmente, diventano “punti di vita”.