Campagna elettorale, la salute a confronto nei programmi dei partiti
Il contrasto alla pandemia da Covid-19 domina ancora i progetti dei principali duellanti: che in vista delle Politiche propongono varie ricette per rafforzare il SSN
Proseguono i nostri approfondimenti sui grandi temi della campagna elettorale per le Politiche del prossimo 25 settembre. Questo quinto appuntamento ha in oggetto la sanità. Su cui, come da nostro modus operandi, vengono messe a confronto le ricette (è il caso di dirlo) dei principali aspiranti chigiani.
La sanità in campagna elettorale
Quella della salute è una questione che, di norma, viene lasciata piuttosto in secondo piano in campagna elettorale. Ma che, inevitabilmente, stavolta è stata catapultata sotto i riflettori a causa della pandemia contro cui combattiamo ormai da quasi tre anni. Non a caso, il Covid-19 campeggia nei programmi di tutti i principali partiti e coalizioni, cui ha ispirato anzitutto l’idea di un rafforzamento del SSN.
Per lo più c’è continuità con le politiche del Governo Draghi, col solo centrodestra che invoca un cambio di passo. Puntando sulla «promozione di comportamenti virtuosi e adeguamenti strutturali – come la ventilazione meccanica controllata e il potenziamento dei trasporti – senza compressione delle libertà individuali». In più, l’alleanza FdI-Lega-Forza Italia auspica l’aggiornamento dei Piani pandemici, del Piano Sanitario Nazionale e del Piano oncologico nazionale. Nonché l’estensione delle prestazioni esenti da ticket, il ripristino delle prestazioni ordinarie e delle procedure di screening e l’abbattimento dei tempi delle liste di attesa. Un punto, quest’ultimo, comune a tutti gli schieramenti, senza eccezioni.
Le ricette degli altri poli
Il blocco di centrosinistra chiede poi di investire nella medicina territoriale e nell’assistenza psicologica, e soprattutto nelle cosiddette Case della Comunità. Strutture mediche previste dal PNRR che dovrebbero arrivare a costituire un punto di riferimento territoriale e di prossimità.
Concorda anche il Terzo Polo, che inoltre propone un sistema integrato pubblico/privato, campagne di prevenzione dalle dipendenze e una riforma dei percorsi di formazione. Accanto a delle modifiche al Titolo V della Costituzione, finalizzate a ridefinire i rapporti tra Stato e Regioni in senso centralista.
Quest’ultimo è anche un obiettivo del M5S, che vuole «riportare la salute alla gestione diretta dello Stato». Oltre allo stop alle interferenze della politica nelle nomine dei dirigenti sanitari, agli incentivi per i pronto soccorso e all’aumento delle retribuzioni per il personale sanitario.
D’altronde, si tratta pur sempre del settore della speranza. Con la “S” rigorosamente minuscola, s’il vous plaît.