Campagna elettorale, le ricette dei contendenti sul tema “energia”
Dai rigassificatori al ritorno del nucleare, dal price cap alle rinnovabili: ecco tutte le proposte dei principali partiti e coalizioni per le Politiche del prossimo 25 settembre
Iniziano oggi, con la campagna elettorale ormai in pieno svolgimento, i nostri approfondimenti tematici sui programmi dei principali partiti e coalizioni. Per l’occasione abbiamo posto il focus su una delle questioni più drammaticamente scottanti dell’attualità, quella relativa a energia e caro bollette. Ecco dunque tutte le proposte con vista sulle Politiche del prossimo 25 settembre.
Focus sull’energia nella campagna elettorale
Quello dell’energia e della conseguente impennata delle tariffe è un argomento che precede di parecchio l’attuale campagna elettorale. Una vexata quaestio generata dalle politiche ambientaliste dell’Europa, prima, e poi nutrita dalla guerra russo-ucraina e dalle sanzioni euroamericane contro Mosca. Con un ulteriore aggravio, di origine meramente speculativa, sul gas scambiato attraverso i cosiddetti mercati spot. Quelli le cui operazioni si svolgono “sul momento” (al massimo in tre mesi), e il cui termine di riferimento, scrive Rai News, è l’olandese TTF.
La crisi attuale ha portato a un ingente incremento dei guadagni della Borsa di Amsterdam. Il che fa capire perfettamente la riluttanza (eufemismo) dei Paesi Bassi a calmierare, come riferisce TGcom24, i prezzi del metano.
La campagna elettorale: le ricette di partiti e coalizioni
Pressoché tutti i partiti e le coalizioni concordano, almeno a livello “generale”, su alcune ricette. In particolare, il raggiungimento dell’autosufficienza energetica, un maggior utilizzo delle rinnovabili e l’introduzione di un price cap comunitario.
In più, il centrodestra punta sulla «riattivazione e nuova realizzazione di pozzi di gas naturale» e sul ricorso al «nucleare pulito e sicuro». D’accordo anche il Terzo Polo, secondo cui occorre inoltre ridurre l’impatto del trasporto merci, diminuire i mezzi privati inquinanti e migliorare l’efficienza energetica degli edifici.
Contrario a tutto il M5S, che mira piuttosto a istituire un «nuovo superbonus energia imprese» volto a favorire investimenti a costo zero sul risparmio energetico. Più ibrida la posizione dell’alleanza di centrosinistra a guida Pd, favorevole ai rigassificatori ma non all’atomo. I dem poi suggeriscono un piano nazionale per il risparmio energetico che prevede, tra l’altro, «un nuovo contratto “luce sociale” per le famiglie con redditi medi e bassi».
Il solo Matteo Salvini, segretario della Lega, ha infine invitato Bruxelles, come riporta l’ANSA, a riflettere sulla reale utilità delle misure punitive contro la Russia. Che però costituiscono solo una parte del problema, soprattutto in Italia.
Il caso italiano
Per quanto concerne il metano, come illustra Altreconomia parte dell’approvvigionamento deriva da contratti pluriennali indicizzati all’andamento del Brent (quindi al petrolio). Tuttavia, nel determinare il costo per gli utenti, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) indicizza il prezzo al succitato TTF, in pratica raddoppiandolo. In effetti, a gennaio 2021 il prezzo contrattuale era pari a 0,22 euro/Smc (Standard metro cubo, l’indice dei consumi indicati in bolletta). Nel maggio 2022 era cresciuto a 0,49 euro/Smc ma, applicando i criteri dell’ARERA, l’esborso per il fruitore diventa di 1,02 euro/Smc.
Come se poi tutto ciò non bastasse, sui consumatori italiani gravano anche altre tagliole. Gli oneri generali di sistema, che servono a sovvenzionare attività di interesse collettivo per i sistemi elettrico e del gas. E, per quel che concerne i carburanti, le accise, tasse di scopo divenute eterne, tant’è che ancora finanziano la Guerra d’Etiopia del 1935-36.
Come a dire che basterebbero interventi relativamente semplici per dare sollievo alle famiglie e alle imprese del Belpaese strozzate da rincari superiori anche al 1000%. Peccato che tali istanze siano (finora) le grandi dimenticate di questa campagna elettorale. Soprattutto se si pensa che, in fin dei conti (è il caso di dirlo), sarebbe sufficiente… metterci un po’ più di energia!