Campi rom a Roma: “Censimento fatto nel 2017. Poi ci sono gli abusivi”
“Il nostro ultimo censimento risale a ottobre-novembre del 2017. Erano circa 4400 persone all’interno di tutti i campi”
Antonio Di Maggio, Comandante della Polizia Municipale di Roma Capitale, è intervenuto durante la trasmissione “Un Giorno Speciale”, su Radio Radio, per parlare di un argomento ormai all’ordine del giorno: il censimento dei rom proposto dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini.
Sui Campi rom: “Il nostro ultimo censimento risale a ottobre-novembre del 2017. Erano circa 4400 persone all’interno di tutti i campi, almeno in quelli regolari. Da questo numero bisogna infatti escludere gli insediamenti abusivi: un numero fluttuante che va dalle 1500 alle 8000 persone. Ma ripeto, è un numero non molto preciso”.
“I campi regolari erano sette. Poi ce ne erano alcuni cosiddetti ‘tollerati’, accertati e condivisi dall’Amministrazione, che è intervenuta anche della manutenzione delle fogne e dei vari servizi. Quelli abusivi variano dai 120 ai 160. Ci sono insediamenti con 2 o 3 baracche e altri con fino a 10 baracche. Quelli abusivi sono quelli che sono strutturati all’interno di aree verdi, quindi limitrofi alle abitazioni”
I problemi: “Noi abbiamo a che fare intanto con un fenomeno gravissimo, ossia quello dei rifiuti degli incendi dolosi, che riguarda tutto il riciclo dei rifiuti tossici e nocivi, nelle zone vicine ai campi e talvolta anche all’interno di essi -continua il Comandante- Quello è un fatto gravissimo, un’economia sommersa illecita. Stiamo lavorando noi ma anche i Carabinieri Forestali. L’impegno è notevole perché chiaramente c’è una ramificazione molto estesa di questi comportamenti, anche magari con la complicità di soggetti italiani che gestiscono autodemolizioni o depositi di metalli”.
Sul Camp River: “Il progetto dell’Amministrazione è chiudere il camp River, sulla via Tiberina. Stiamo predisponendo tutte le attività propedeutiche al collocamento delle persone che hanno accettato di andare via presso delle abitazioni, o anche in Romania, con il ritorno al paese di origine controllato dai servizi sociali di Roma Capitale e dei Comuni di provenienza. C’è un’attività di sostegno da parte dell’Amministrazione per chi volesse integrarsi nelle abitazioni e un grande impegno da parte dei servizi sociali comunali”.