Campo rom La Barbuta, incendio e assalto al presidio Croce Rossa
Richiesta audizione in Regione. La Croce Rossa denuncia: “Il campo ormai è fuori controllo”
Roghi e fumi dal campo rom La Barbuta, il secondo in due giorni. Ad andare a fuoco, nel pomeriggio di martedì, uno dei moduli abitativi dell’insediamento, il container Risorse per Roma – rimasto vuoto dopo la cessazione del servizio. Inoltre, sono stati danneggiati alcuni locali contenenti i contatori dell’energia elettrica, ed è stato preso d’assalto anche il presidio della Croce Rossa Italiana, con il furto dei computer e di altri materiali, come si spiega in una nota della Croce Rossa.
“Si tratta dell’ennesimo episodio allarmante che segue l’incendio di lunedì, i cui fumi tossici hanno creato pesanti disagi a cittadini, viabilità sul Gra e aeroporto Pastine” – dichiara il consigliere regionale Adriano Palozzi (Forza Italia).
Secondo Palozzi, è necessario “trovare insieme la soluzione ad una emergenza sociale, che coinvolge tutti gli insediamenti rom della Capitale, incastonati tra illegalità dilagante, mancata integrazione e faide etniche. Con ripercussioni pesanti sull’ambiente e sulla popolazione residente, romana e del territorio provinciale”.
Il problema, infatti, non riguarda “solo la Barbuta, che giace a due passi da Ciampino e Marino, ma anche Castel Romano, insediamento quasi ai confini con Pomezia che ospita 990 nomadi: il villaggio più grande della città. Senza contare, inoltre, le recenti cronache che hanno visto tristi protagonisti i campi di via Salone e via Candoni. Considerata la complessità del problema, è dunque necessario che anche la giunta Zingaretti entri in gioco e si adoperi per risolvere l’emergenza” – continua Palozzi, che poi passa a criticare la politica della Regione: “Non basta il costituito Tavolo regionale per l’inclusione e l’integrazione dei Rom, dei Sinti e dei Caminanti. Serve, a questo punto, un contributo immediato ed efficace”.
A tal fine, è stata richiesta “un’audizione in Commissione con assessori di Regione e Comune, con associazioni e comitati per fare il punto della situazione e conoscere la pianificazione, sinora inesistente, del Campidoglio. E ho anche presentato la mia interrogazione su La Barbuta e gli altri campi al fine di conoscere quali azioni la Giunta regionale voglia mettere in campo per risolvere un’emergenza sociale, che riguarda non solo la città di Roma ma anche il territorio provinciale” – conclude Palozzi.
Rincara la dose anche Flavio Ronzi, presidente della Cri di Roma: “Il campo è ormai fuori controllo – dichiara – Il saccheggio avvenuto al nostro presidio è la dimostrazione che a La Barbuta non c'è alcuna regola degna di un campo cosiddetto attrezzato”.
La Cri, già a seguito degli incendi che si sono susseguiti da Giungo 2013, aveva denunciato “il clima di tensione all'interno del villaggio e il progressivo inasprirsi della violenza, che mette a repentaglio sia gli operatori Cri che gli abitanti stessi del villaggio, decretando il fallimento di ogni politica di inclusione e non discriminazione”.
Grave, secondo Ronzi, anche il silenzio del Comune di Roma: “Da mesi attendiamo risposte dall'assessore Cutini – conclude il presidente – ma fino ad ora abbiamo ascoltato solo silenzio. Un silenzio assordante che lede la dignità di tutti coloro che vivono e lavorano nel Villaggio, che mette in pericolo la maggior parte delle persone e rende vano il nostro lavoro al servizio della comunità”.