Caos carceri, Bonafede:”Atti criminali di pochi”, centri sociali li sostengono
Le rivolte scoppiate nei penitenziari da nord a sud Italia devono farci agire subito contro il sovraffollamento
"Sono 12 i morti" durante i disordini nella carceri, decessi "per lo più riconducibili dai primi rilievi ad abuso di sostanze farmaceutiche", spiega Bonafede."Sono invece 40 gli agenti della polizia penitenziaria feriti" durante i disordini nelle carceri degli scorsi giorni, "a loro gli auguri di pronta guarigione". Così il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, parlando in Senato. Inoltre, commenta i fatti accaduti in diverse carceri:
"Si deve parlare semplicemente di atti criminali, ascrivibili a una ristretta parte dei detenuti; la maggior parte ha manifestato difficoltà e paura con responsabilità'".
Diverse le notizie da quotidiani di Roma, di Milano e del sud, ci parlano di esponenti dei centri sociali che hanno fomentato le rivolte o sostenuto quelle in corso. Si tratterebbe di gruppi che appoggiano la richiesta dell'indulto per i detenuti. Anche movimenti anarchici sembrano figurare davanti al San Vittore di Milano, a Rebibbia di Roma. L'associazione “Rete evasioni” aveva annunciato blitz davanti al Regina Coeli e Rebibbia, la sera prima delle rivolte. Alcuni degli slogan che i manifestanti hanno usato sono "La libertà non cade dal cielo, si strappa. Contro repressione e ogni galera", "rompere le catene dell'oppressione e dello sfruttamento".
I dati del Ministero della Giustizia sono di 10mila detenuti in più rispetto ai posti disponibili, aggiornati al febbraio scorso: con un tasso di sovraffollamento medio del 120%. In Lombardia il sovraffollamento è del 140%, nel Lazio 127%. Le regioni con valori più estremi sono il Molise con 175% di sovravvoffollamento e la Puglia, 153%.
Dati che non possiamo ignorare, per il benessere dei detenuti, e quindi per il loro recupero nella società, come di quello degli agenti della polizia penitenziaria che devono poter lavorare in condizioni di maggiore serenità possibile.
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