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Capodanno 2024, i dati ufficiali sugli incidenti per l’uso dei fuochi pirotecnici

I dati forniti dalla Polizia evidenziano un aumento rispetto allo scorso anno in cui ci furono 180 feriti, con 48 ricoveri

Auto della Polizia

Ecco i dati ufficiali del Capodanno 2024 elaborati dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza, concernenti gli esiti dei servizi predisposti per la prevenzione e il rilevamento degli incidenti derivanti dall’uso dei prodotti pirotecnici, corredati delle tabelle e dei grafici riepilogativi.

La rilevazione dei dati è stata effettuata, come di consueto, con la procedura informatizzata di supporto all’analisi denominata R.I.Se.C.

I dati relativi agli incidenti verificatisi nel corso dei festeggiamenti per il Capodanno 2024 hanno purtroppo fatto registrare un evento mortale:

  • a Napoli: una donna di 45 anni, nel comune di Afragola, è stata raggiunta alla tempia da un proiettile vacante nel corso dei festeggiamenti, probabilmente ad opera di un componente dello stesso nucleo familiare. La donna ricoverata d’urgenza all’Ospedale “Cardarelli” in prognosi riservata, successivamente decedeva.

Feriti

Il numero totale dei feriti è di 274, di cui 12 dovuto all’uso di armi da fuoco e 262 da fuochi d’artificio.

I ricoverati di quest’anno sono stati 49.

I dati evidenziano un aumento rispetto allo scorso anno in cui ci furono 180 feriti, con 48 ricoveri.

Con riguardo, invece, ai minori che hanno subito lesioni, si registra un aumento sono infatti 64 i minori che hanno riportato lesioni, confronto ai 50 dello scorso anno.

Inoltre, la proiezione dei dati sui feriti gravi ha registrato un aumento, in quanto ci sono stati 2 casi con prognosi superiore ai quaranta giorni, per ferita d’arma da fuoco, rispetto a 1 caso dell’anno precedente; mentre sono stati 25 i casi, con prognosi superiore ai quaranta giorni, dovuti ai fuochi d’artificio, rispetto ai 10 casi dell’anno precedente.

Infine, le proiezioni dei dati sui feriti lievi, hanno fatto registrare lo stesso dato dello scorso anno ovvero 10 casi con prognosi inferiore o uguale ai quaranta giorni, per ferita d’arma da fuoco, mentre dai 159 casi con prognosi inferiore o uguale ai quaranta giorni, dovuti ai fuochi d’artificio, si è passati agli attuali 232 casi.

Ancora una volta gli episodi più gravi devono essere ricondotti all’uso scorretto di prodotti pirotecnici di sovente illegali.

Di particolare rilievo, risultano i seguenti episodi occorsi:

  • a Napoli: una donna di 50 anni giungeva al pronto soccorso in quanto attinta da colpo di arma da fuoco al fianco mentre assisteva ai festeggiamenti del Capodanno sul balcone della propria abitazione. Risulta in prognosi riservata e in pericolo di vita;
  • ancora a Napoli: un cittadino di nazionalità algerina di anni 50, mentre camminava in strada, veniva raggiunto da un proiettile che lo attingeva alla spalla e raggiungeva il polmone. Il predetto risulta in prognosi riservata in attesa di intervento chirurgico;
  • a Foggia: un uomo di anni 47 riportava lesioni con amputazioni multiple alle dita della mano sx e ustioni di secondo grado a seguito dell’esplosione di un petardo;
  • sempre a Foggia: un ragazzo di 17 anni, a seguito dello scoppio di un petardo artigianale, ha riportato l’amputazione della mano sx con prognosi di 30 gg;
  • a Grosseto: l’esplosione di un petardo nel corso dei festeggiamenti occorsi all’aperto feriva 3 minorenni. Il più grave è un minore di 15 anni che riportava la quasi totale amputazione della mano sx ed escoriazioni al viso e al torace. Vista la gravità delle ferite veniva trasportato all’Ospedale Careggi di Firenze;
  • a Milano: un 18enne di nazionalità egiziana, a seguito dell’esplosione di un artificio pirotecnico, riportava la perdita delle dita di entrambe le mani;
  • sempre a Milano: un uomo di 36 anni giungeva all’Ospedale di Legnano e veniva ricoverato in prognosi riservata con ustioni di III grado a mani e volto, per aver maneggiato polvere pirica nel tentativo di creare un manufatto artigianale;
  • ancora a Milano: una minorenne di nazionalità filippina, nel maneggiare un’arma ad aria compressa, riportava un trauma alla mano sx con prognosi di 30 gg.;
  • a Siena: un 15enne è stato trasportato con urgenza all’ospedale di Careggi di Firenze per le gravi lesioni riportate alla mano a seguito dello scoppio di un petardo avvenuto nel comune di Poggibonsi. La prognosi è riservata;
  • a Latina: tre minori di anni 15, 10 e 6 nel corso dei festeggiamenti nel giardino della propria abitazione situata a Terracina, nell’accendere una batteria di fuochi d’artificio riportavano feriti giudicate guaribili rispettivamente in giorni 30, 15 e 10 per ferite al volto e alle gambe;
  • a L’Aquila: nel comune di Pacentro, un giovane romano di anni 20, mentre si trovava in compagnia di 3 amici, rimaneva ferito alla mano dx per lo scoppio di un petardo. Trasportato all’Ospedale di Sulmona veniva sottoposto ad intervento chirurgico per la ricostruzione dell’arto. Prognosi superiore ai 40 gg s.c.;
  • a Varese: un minorenne di anni 17 riportava l’amputazione della mano dx e il ferimento dell’occhio sx a seguito dell’esplosione di un petardo;
  • a Trento:un uomo di nazionalità marocchina di 54 anni riportava l’amputazione del III raggio dopo aver raccolto un petardo inesploso;
  • sempre a Trento: un uomo di origine moldava di 23 anni perdeva la mano sx a seguito dell’esplosione di un petardo cosidetto “cipolla”;
  • a Lucca: un minorenne di anni 15 ha perso il pollice e l’indice della mano durante l’utilizzo di un petardo.

Una valutazione globale sull’andamento del fenomeno registrato nel corso degli ultimi dieci anni, viene rappresentata dai grafici che seguono che riportano, in sintesi, il dato complessivo dei decessi, quello dei feriti con prognosi superiore ai quaranta giorni e quello dei feriti più lievi giudicati guaribili con prognosi inferiore o uguale ai quaranta giorni.

Dalle comunicazioni trasmesse dagli Uffici periferici (oltre ai singoli dati inseriti nel sistema di rilevazioni R.I.Se.C.) e dai dati desumibili dalle open sources relative agli incidenti con feriti provocati dallo scoppio di prodotti pirotecnici, si rileva che:

  • le patologie tipiche prodotte dall’esplosione di prodotti pirotecnici ad “effetto scoppiante” si confermano essere i traumi alle mani e al volto. Frequenti sono le lesioni ai bulbi oculari e le fratture e/o amputazioni di dita e/o falangi.

Misure restrittive e sequestri

Durante il periodo del rilevamento che ha interessato l’intero mese di dicembre 2023, sono state denunciate 304 persone in stato di libertà, con un dato in aumento rispetto a quello dello scorso anno quando ne vennero segnalate 273, e sono state arrestate 50 persone in aumento rispetto alle 35 del dicembre del 2022.

Di seguito si riportano i quantitativi complessivi dei materiali sequestrati nel mese di dicembre, anche se è possibile ipotizzare che nelle prossime ore i dati potranno subire degli incrementi in ragione di aggiornamenti tardivi del sistema, da parte degli Uffici territoriali:

  • n. 473 strumenti lanciarazzi (583 lo scorso anno);
  • n. 7 armi comuni da sparo (8 lo scorso anno);
  • n. 23 munizioni (11.953 lo scorso anno);
  • kg. 836 di polvere da sparo (1.818lo scorso anno);
  • kg. 12.490 di manufatti appartenenti alla IV e V categoria Tulps (37.108lo scorso anno);
  • kg. 41.755 di manufatti recanti la marcatura “CE” (26.246 lo scorso anno);
  • kg. 3.475 di prodotti comunque non riconosciuti e cioè non ricompresi nelle categorie

Tulps o “CE” perché illegali, non correttamente etichettati, non conformi alle norme CE, non rispondenti ai decreti di riconoscimento e classificazione, abusivi e/o altro (9.866 lo scorso anno);

  • n. 156.085 di pezzi di articoli pirotecnici di varia natura che, per motivi operativi, sono stati

indicati dagli Uffici in pezzi anziché in chili (1.785.815 lo scorso anno);

  • n. 186 detonatori (72 lo scorso anno);
  • n. 3521 capsule innescanti (1.301 lo scorso anno).

Tra i motivi principali che hanno legittimato i provvedimenti di sequestro si segnalano:

  • l’illecita detenzione da parte di chi non ne aveva titolo;
  • la natura illegale degli stessi prodotti sequestrati, dovuta a mancanza di marcatura CE;
  • l’eccedenza dei carichi detenuti dai titolari delle licenze.