Caporalato a Latina, amputata una gamba a un bracciante indiano esposto ai fitofarmaci
Ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Santa Maria Goretti, dopo aver subito un’intossicazione da sostanze tossiche, come i fitofarmaci, che gli ha provocato necrosi agli arti
![Braccianti, foto di repertorio](https://www.romait.it/wp-content/uploads/2021/12/Progetto-senza-titolo-2021-12-10T124834.314-1024x683.jpg)
Braccianti (foto di repertorio)
Un altro caso terribile di sfruttamento nei campi del Lazio arriva da Latina. Un bracciante di nazionalità indiana è stato ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Santa Maria Goretti, dopo aver subito un’intossicazione da sostanze tossiche che gli ha provocato necrosi agli arti. La situazione in cui è sopraggiunto il ferito all’ospedale di Latina era drammatica, tanto che i medici hanno dovuto amputargli una gamba.
Questo drammatico episodio ha scosso la comunità e ancora una volta ha portato alla luce l’annoso problema del caporalato e delle condizioni disumane in cui sono costretti a lavorare molti braccianti, soprattutto di origine indiana.
Il caso è stato denunciato dalla Consigliera Regionale del Lazio, Alessandra Zeppieri, che ha espresso il suo profondo disappunto in un comunicato stampa. “Siamo di nuovo davanti a un caso di caporalato, di sfruttamento disumano di persone esposte per giorni a sostanze tossiche come i fitofarmaci”, ha dichiarato la Consigliera. Il suo intervento sottolinea la gravità del fenomeno e l’urgenza di un’azione concreta da parte delle autorità preposte a intervenire.
Dalle ricostruzioni emerse, il bracciante sarebbe stato esposto per un lungo periodo ai pesticidi senza le necessarie protezioni. Le sostanze tossiche, usate per trattare i campi, hanno avuto effetti devastanti sulla sua salute, portando alla necrosi degli arti e all’amputazione della gamba.
Un episodio che, come sottolineato dalla Zeppieri, non è altro che una riprova della condizione di schiavitù nascosta che continua a esistere nelle campagne italiane. “La differenza tra questi trattamenti e la schiavitù pura e semplice è inesistente”, ha dichiarato, evidenziando la drammatica realtà di chi lavora nei campi sotto il giogo del caporalato.
Il fenomeno del caporalato, che riguarda lo sfruttamento di lavoratori da parte di intermediari abusivi, è purtroppo diffuso in molte zone agricole italiane, tanto al nord quanto al sud. Nel Lazio persiste soprattutto nella provincia di Latina. Nonostante gli sforzi delle istituzioni per contrastarlo, la pratica continua a perpetuarsi, esponendo i braccianti, spesso migranti, a condizioni di lavoro estreme e pericolose.
Questo caso, che ha avuto esiti così gravi per la salute del lavoratore, è solo l’ultimo di una lunga serie di incidenti che mettono in luce l’urgenza di un intervento più incisivo.
Alessandra Zeppieri ha espresso la sua vicinanza al bracciante indiano e ha lanciato un appello agli inquirenti per fare luce su questa tragedia. “Mentre i medici si adoperano per le cure, spero che gli inquirenti facciano luce su questo ennesimo caso drammatico che colpisce un cittadino indiano“, ha scritto, augurandosi che possano arrivare buone notizie sulla sua salute.
Questo episodio richiama l’attenzione sulla necessità di garantire maggiori tutele per i lavoratori agricoli e di intensificare i controlli nelle aziende agricole, dove il caporalato sembra essere ancora una realtà troppo diffusa. È fondamentale che venga fatta giustizia e che vengano adottate misure per prevenire ulteriori tragedie, con un’attenzione particolare alle condizioni di salute e di sicurezza dei lavoratori che, troppo spesso, vengono lasciati sul posto di lavoro senza adottare le dovute misure per la tutela dei lavoratori stessi.