Carabiniere uccide comandante. Problemi psichici ma idoneo al servizio, non è il primo caso
“L’ho ammazzato”, avrebbe gridato il brigadiere dopo aver aperto il fuoco
Ha sparato al comandante e si è poi barricato nella caserma. È accaduto nella stazione dei carabinieri di Asso (in provincia di Como) nel tardo pomeriggio di giovedì 27 ottobre 2022. Il brigadiere Antonio Milia ha impugnato la sua arma e fatto fuoco, uccidendolo, il luogotenente Doriano Furceri.
L’uomo per tutta la notte è rimasto asserragliato nella caserma. “L’ho ammazzato”, avrebbe gridato il brigadiere, con il corpo del suo capo a fianco, secondo quanto riferito da alcuni testimoni.
Aveva dato segnali
“E’ una persona a postissimo, mai ci saremmo aspettati una cosa del genere”. Lo ha detto Giuseppe, un amico di Antonio Milia.
Eppure pare impossibile che fosse la prima volta che l’uomo dimostrava segni di disagio mentale, il militare infatti risulta già ricoverato e poi dimesso dal reparto di psichiatria dell’Ospedale sant’Anna di Como e posto in convalescenza per diversi mesi.
Giudicato idoneo al servizio da una Commissione Medico Ospedaliera, era rientrato in servizio da alcuni giorni ed attualmente era in ferie.
Alle 5,40 l’azione dei reparti speciali dell’Arma che hanno fatto irruzione e catturato Milia, dopo quasi 10 ore di trattative.
Liberi, e illesi, gli ostaggi che si trovavano nella caserma. Si tratta di una carabiniera, che ha trascorso la notte chiusa in una camerata e delle famiglie degli altri militari, che si trovavano negli alloggi di servizio, a distanza dall’assalitore.
Il lato oscuro dell’Arma
Il caso Milia, è l’ultimo di una serie di omicidi e stragi che colpiscono il mondo dei servitori dello Stato.
A febbraio di quest’anno il Carabiniere Oskar Luciani, spara al cane e si toglie la vita. A dare l’allarme è stata la moglie che ne ha trovato il corpo in casa.
Ad Aprile del 2021 Il carabiniere Antonio Boccia, si suicida nel suo appartamento con un colpo di pistola al petto, ha sparato quattro volte contro la moglie al culmine di un litigio.
Nel 2018 Luigi Capasso, appuntato dei carabinieri di 44 anni, si è tolto la vita dopo aver sparato alle due figlie di 7 e 13 anni. Prima l’uomo aveva sparato alla moglie Antonietta Gargiulo, unica sopravvissuta alla strage.
Uomini che avevano dato evidenti segni di difficoltà psicologica. Tutti uomini in servizio all’Arma e con la pistola d’ordinanza carica in casa, pronta a essere usata per uccidere.
Il silenzio dei colleghi
Ma allora perché finora nessuno ha mai denunciato? Perché i colleghi dell’Arma non prendono provvedimenti prima che accadano queste stragi? Togliere l’arma di ordinanza a queste persone potrebbe prevenire altre morti. Forse è il momento che il mondo delle forze dell’Ordine rifletta su come poter aiutare i propri uomini piuttosto che chiudersi nel silenzio.
*Immagini dal sito dagospia.com