Carbonara, aggiungi un po’ di acqua frizzante al momento giusto e crei un capolavoro: il trucco dello chef romano famosissimo
Per ottenere una buona carbonara uno chef romano famosissimo ha deciso di condividere il suo segreto per renderla ancora più gustosa. Provare per credere!
La carbonara rientra nella cucina italiana, andando nello specifico in quella romana. Per quanto riguarda le origini c’è ancora un alone di mistero dal momento che il giornalista Livio Jannattoni nel suo ricettario La cucina romana e del Lazio del 1991 ha parlato dei piatti che sono stati inseriti nella cucina romana.
Anche Ada Boni, una gastronoma e giornalista, nel suo manuale di cucina romana del 1930 non ne ha fatto parola. Di conseguenza esistono varie ipotesi sulle origini della carbonara.
Qualcuno insinua che la ricetta provenga dalla cucina napoletana. Francesco Palma nel trattato Il principe dei cuochi aveva parlato di un piatto condito con uova, formaggio parmigiano, strutto, sale e pepe. Non aveva inserito il guanciale, però fa venire in mente proprio la carbonara.
A seguire c’è l’ipotesi anglosassone che da una sua spiegazione: in poche parole ai tempi della Seconda Guerra Mondiale i soldati che vennero in Italia preparavano dei pasti con prodotti alimentari che avevano a portata di mano, tra cui uova, pancetta e spaghetti. A prescindere da tutto una cosa è certa: è il piatto più richiesto quando si fa un salto nella capitale romana. Ma qual è il segreto che lo rende unico? La risposta viene data da Flavio De Maio.
Lo chef romano svela il segreto della buona carbonara
Flavio De Maio svolge la sua attività gastronomica nel ristorante che porta il suo nome a Testaccio, un dinamico quartiere alla moda che si sviluppa intorno al Monte dei Cocci.
Per lui la cucina romana è passione ed è proprio per questo che non si può non prendere in considerazione la ricetta della carbonara con un dettaglio che fa davvero la differenza.
La ricetta con l’ingrediente segreto
Prima di tutto quando arriva il piatto a tavola si deve percepire un tocco di affumicato. Lo ottiene con 1 chilo e 300 grammi di guanciale unito a tre etti di prodotto fumé. In questo modo si lascia nell’aria un profumo che fa leccare i baffi ancor prima di gustarlo.
Ma la cosa fondamentale è fare ricorso all’acqua frizzante. Infatti consiglia di prendere una padella di alluminio con il guanciale rosolato e aggiungere mezzo bicchiere di acqua minerale con le uova. La pasta deve restare sul fuoco a una temperatura di 60 gradi. Infine si spegne tutto e si aggiunge il pecorino.