Carne in crisi. Ecco i dati dei consumi nel periodo di Pasqua
Le conseguenze maggiori sono state avvertite dalle macellerie, che hanno risentito della perdita del 15% , rispetto al 2015
Che lo spirito sia pronto e la carne debole, lo ha detto qualcuno totalmente degno di fede, anche se, volendo estrinsecare il principio in ambiti meramente terreni, faremo tra poco i conti con un tipo di carne che ha a che fare più con la griglia che con l'anima. Per quanto riguarda il genere di "ciccia" che stiamo per trattare, anch'essa, a modo suo, ha avuto le proprie debolezze, considerando il calo registrato a livello di consumi registrati a Roma, relativi alle festività di Pasqua.
Rosario Cerra, Presidente della Confcommercio della Capitale, ha spiegato che tale riscontro è dovuto principalmente alla mancanza di turismo straniero, che ha determinato in tal senso, un decremento del 15%, compensato almeno in parte dai romani rimasti a casa.
Qualche nota positiva, tuttavia, arriva dal settore alberghiero, dove, grazie ai last minute, è stato recuperato qualche punto, nonostante le previsioni, pur restando sotto ( -2%). Le conseguenze maggiori sono state ovviamente avvertite dalle macellerie, che hanno risentito della perdita del 15%, rispetto al periodo pasquale del 2015.
"Dopo il Natale – continua Rosario Cerra – ci troviamo a commentare una nuova negatività in materia di consumi. Del resto, l'afflusso turistico in città, non ha potuto evitare un rallentamento evidente, determinato dalla paura degli attentati. Il trand negativo, purtroppo, deriva anche da questo elemento.
Oltreoceano (consolazione forse un po' magra, ma frutto dalla libertà di pensiero), Jack Nicholson ci fa sapere che: "L'America sta diventando una piatta società di vegetariani, astemi e puritani. Io credo nella carne rossa, nel vino e nelle donne". La debolezza della carne, appunto… dipende da come la si intende.