Caro carburante, col gasolio alle stelle si pensa ancora a fare catastrofismo
L’Onu fa allarmismo sulle temperature, già smentito dalla paleoclimatologia: ma per dar retta a eco-balle come queste l’Europa manda ai massimi bollette e costo dell’energia
Che il caro carburante non sia più soltanto uno dei problemi, ma la vera emergenza finanziaria del momento, è ormai chiaro pressoché a tutti. Sfortunatamente, a tale consapevolezza non corrisponde un’analoga presa di coscienza dell’eziologia di questa crisi. Prova ne è l’insistenza istituzionale su istanze (ma sarebbe meglio dire “mode”) e relative politiche che però non fanno parte della cura, bensì della malattia.
L’eco-catastrofismo istituzionale
«Siamo sulla buona strada per la catastrofe climatica». A sprizzare ottimismo da tutti i pori è stato António Guterres, segretario generale dell’Onu, presentando l’Emissions Gap Report 2021 dell’Agenzia delle Nazioni Unite per l’Ambiente. Secondo cui si va verso una crescita della temperatura globale di 2,7°C rispetto all’era pre-industriale.
Ammesso e non concesso che sia vero, non si vede cosa ci sarebbe di catastrofico, visto che il pianeta è sopravvissuto a periodi anche molto più caldi. La paleoclimatologia, infatti, insegna che il picco termico di ogni tempo è stato raggiunto 8.000 anni fa, durante l’optimum climatico dell’Olocene. E anche in epoca romana, come ha illustrato Carlo Rubbia, Premio Nobel per la Fisica e senatore a vita, la temperatura media era superiore a quella attuale.
Epoche in cui, va da sé, non potevano essere gli umani cattivi ad attentave alla salute della Tevva, come da narrazione degli affermazionisti radical chic. Però è in virtù di ridicole eco-balle come queste che gli alti papaveri di tutto il mondo impongono deliranti politiche economiche. Inutili, in quanto l’uomo ha un’influenza minima sul climate change, e dannose, perché sono alla base della stangata su bollette, combustibili e beni di prima necessità. Sarà forse per questo che, su scala planetaria e in particolare nel Vecchio Continente, si respira decisamente un clima teso.
Caro carburante, il gasolio è alle stelle
«Non è emersa una posizione consensuale circa gli interventi che vanno applicati a livello Ue». Poche parole, che però evidenziano immediatamente, drasticamente e drammaticamente il nocciolo della questione. Le ha pronunciate Jernej Vrtovec, Ministro delle Infrastrutture della Slovenia (che detiene la presidenza di turno dell’Unione Europea), in riferimento all’impennata dei prezzi dell’energia. Di cui, come abbiamo spiegato, Bruxelles è il principale responsabile, anche se ora chiede agli Stati membri di rimediare al disastro che sta causando.
Basti pensare alla tassa sul propellente, imposta con l’European Green Deal, che sta mettendo in ginocchio il settore dei trasporti. Come denunciano le associazioni dei consumatori, gasolio e Gpl sono ai massimi dal 2014, e la benzina non sta certo a guardare.
E questi aumenti, come ha ricordato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, hanno anche «un effetto indiretto sul costo finale di tutti i prodotti» al dettaglio. Risultando in un salasso per famiglie e ceto medio, aggravato anche dall’altro folle euro-dazio sul riscaldamento domestico.
Per questo Carlo Rienzi, numero uno del Codacons, ha nuovamente esortato il Governo a intervenire «tagliando Iva e accise sui carburanti». Anche perché, en passant, non si capisce perché ancora si paghi per la ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia (1980) o l’alluvione di Firenze (1966), o per finanziare la Guerra d’Etiopia (1935-36).
Intanto, per chiudere il cerchio, l’estone Kadri Simson, Commissario europeo per l’Energia, ha ammesso che non c’è «alcuna indicazione che i prezzi possano scendere». Caro carburante, quanto ci costi!