Casa, Movimenti occupano Regione Lazio
Stop agli sfratti e basta emergenza abitativa: ecco cosa chiedono i Movimenti per il diritto all’abitare
"Occupata la Regione Lazio: vogliamo chiarezza sulla delibera per l'emergenza abitativa! #stopsfratti #nopianocasa". E ancora: "Contro il business dell'emergenza #riprendiamocilacitta Movimenti occupano Regione Lazio". "Basta business, basta emergenza! Movimenti occupano la Regione Lazio. Una sola grande opera: casa e reddito x tutt@!". E infine: "#Casa, Movimento occupano sede centrale Regione Lazio. Stop al business dell'emergenza! #stopsfratti #MafiaCapitale". Sono questi gli annunci su Twitter, con i quali i Movimenti per il diritto all'abitare hanno rivendicato l'occupazione, ancora in corso, della Regione Lazio sulla Cristoforo Colombo.
"Siamo circa un migliaio, tutti dentro la Regione" – è quanto fa sapere all'agenzia DIRE uno degli esponenti dei Movimenti. L'occupazione si propone di ottenere maggiore chiarezza sull'attuazione della delibera regionale sull''emergenza abitativa, e per questo i Movimenti chiedono di essere ricevuti dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e dall'assessore Refrigeri, al fine di chiedere l'apertura di un tavolo, anche con il Comune di Roma.
"Basta centri di assistenza alloggiativa temporanea, residence o alberghi sociali, noi vogliamo le case popolari. Basta con la gestione dell'emergenza che fa fare affari a pochi, peraltro in maniera probabilmente illegale come emerso con Mafia Capitale, senza risolvere il problema" – continua l'esponente dei Movimenti.
"Con deliberazione del 14/01/2014, la giunta presieduta da Zingaretti ha approvato il Piano straordinario per l’emergenza abitativa nel Lazio, con l’obiettivo di intervenire con prime soluzioni concrete per porre fine alla precarietà alloggiativa che solo a Roma riguarda oltre 50mila nuclei" – spiegano gli occupanti su abitarenellacrisi.org. "Una soluzione definitiva – si legge – da trovare dentro la città costruita, attraverso l’utilizzo del patrimonio pubblico e del privato inutilizzato, e che va culturalmente in direzione contraria ai meccanismi di privatizzazione sostenuti con forza dal Piano casa di Lupi e Renzi, contrapponendo all’idea di città merce e vetrina quella di una città solidale, dove la valorizzazione avviene in termini sociali e non speculativi. Che non nasconde ipocritamente la condizione delle occupazioni per necessità riguardanti migliaia di famiglie e single nella Capitale".
Il rischio, però, è che il Piano straordinario rimanga "lettera morta". Per questo motivo – si legge ancora – "non ci siamo seduti al tavolo convocato dall’assessore alla Casa del Comune, dopo 15 giorni di occupazione dell’anagrafe contro l’art 5 (qui foto e dettagli), e ancora una volta abbiamo scelto la strada del conflitto per rivendicare pubblicamente le nostre ragioni".
"Dopo aver prodotto un Piano al quale in tanti in tutta Italia guardano con interesse per la capacità di intervento del pubblico e per la possibilità di affrontare in maniera socialmente ed economicamente sostenibile il tema dell’emergenza abitativa lanciando un sasso nello stagno dell’immobilismo – incalzano i Movimenti – la Regione Lazio ha ritirato la mano scegliendo di consegnare un percorso virtuoso a una gestione poco chiara e trasparente".
E quindi, ecco l'appello al presidente Zingaretti: "Vogliamo ripristinare un meccansmo di gestione del Piano straordinario che passi per un impegno politico serio del governatore della Regione Zingaretti e del suo assessore alle Infrastrutture, alle politiche abitative e all’ambiente Refgrigeri".
La Regione Lazio, secondo i Movimenti, "non può scaricare le proprie responsabilità su un’amministrazione comunale che prosegue nella vendita del proprio patrimonio (qui i dettagli sulla delibera), con la delibera che prevede la dismissione di stabili di proprietà comunale di pregio. Addirittura si propone di offrirli alle ditte disponibili a risanare il manto stradale e le buche romane. Ancora una volta, che sia buco di bilancio o buche sulle strade, si sceglie di disfarsi del patrimonio pubblico invece che destinarlo alle necessità sociali capitoline della città. Non sorprende che in prima fila insieme al sindaco Marino ci sia il chiacchierato assessore ai lavori pubblici Pucci, una volpe chiamata a gestire un pollaio. Ora, nonostante tutti a parole affermino di voler cambiare pagina, nessuno sembra veramente volerlo fare, né il sindaco Marino né tantomeno il presidente della Regione Zingaretti".
Infatti, secondo i Movimenti, "la delibera regionale sull’emergenza abitativa, strumento che potrebbe iniziare a mettere in campo risposte vere, rimane nel cassetto con una discussione dispersa in mille tavoli ed in mille rivoli che ne impediscono l’attuazione".
I Movimenti, quindi, non solo chiedono "l'immediata attuazione della delibera regionale sull’emergenza attraverso un programma preciso che metta in campo in tempi rapidi gli alloggi pubblici e popolari di cui la città ha fame, rigenerando e recuperando il patrimonio pubblico senza continuare a distruggere il territorio", ma anche di bloccare "le scellerate operazioni di vendita del patrimonio pubblico previste dal Campidoglio", nonché di "ribaltare la Legge Lupi che prevede la vendita degli alloggi popolari, il sostegno ai privati con soldi pubblici, togliendo l’accesso all’energia elettrica, all’acqua, alla residenza e quindi al medico, alla scuola al rinnovo del permesso di soggiorno" e infine di "ottenere il blocco generalizzato degli sfratti e conquistare un piano straordinario di Edilizia Residenziale Pubblica che risponda ai bisogni di tanti precari e precarie in tutto il paese".