Case green, l’Ue auto-affossa la sua folle Direttiva affermazionista
Nessun accordo al Trilogo, salta l’obbligo di efficientamento energetico degli edifici: le euro-istituzioni si aggiorneranno a dicembre, quando però saranno già in dissoluzione
L’Europa ha praticamente auto-affossato la sua folle Direttiva sulle case green. Ed è un’ottima notizia, visto che, per esempio, i proprietari italiani di abitazioni potranno evitare il salasso che il provvedimento avrebbe comportato. Ma anche perché si tratta dell’ennesimo smacco ai fondamentalisti del peggior affermazionismo eco-catastrofista.
Affossata la Direttiva Ue sulle case green
La scorsa settimana, scrive Il Tempo, il cosiddetto Trilogo (Consiglio, Commissione e Parlamento Europeo) ha pensato male di discutere la famigerata Direttiva per l’efficientamento energetico degli edifici. Lo ha fatto fissando una riunione a oltranza in piena notte e (confermando l’eccezionale tempismo che caratterizza Bruxelles) in piena guerra tra Israele e Hamas. Quando, cioè, c’erano forse questioni più urgenti da dibattere rispetto a una misura inutile per gli obiettivi che si propone e nefasta a livello socioeconomico.
Però il Vecchio Continente è avvezzo alle tragicommedie, e questa, shakespearianamente, si sarebbe potuta intitolare molto rumore per nulla. Come infatti sottolinea Avvenire, è saltato quello che indubbiamente era il punto più controverso. Ovvero, l’obbligo di ristrutturare le case considerante inquinanti secondo la classificazione energetica degli immobili in 10 categorie, che vanno dalla A4 (la migliore) alla G (la peggiore).
La Ue pretendeva che gli edifici residenziali rientrassero almeno nella classe E entro il 2030, e nella classe D entro il 2033. Solo che il 60% delle abitazioni del Belpaese si colloca nelle ultime due categorie, e il loro restyling sarebbe potuto costare fino a 60.000 euro a famiglia. In un contesto, oltretutto, di crisi energetica, alta inflazione e continui rialzi dei tassi di interesse da parte della Bce.
Soddisfazione in Italia
Non stupisce, allora, la soddisfazione espressa da Giorgio Spaziani Testa, Presidente di Confedilizia. Il quale ha precisato che dal testo sono stati eliminati pure i mutui green (che avrebbero reso invendibili le abitazioni schiaffate nelle classi energetiche inferiori). Nonché l’imposizione di installare colonnine di ricarica per le auto elettriche e pre-cablare parcheggi negli edifici residenziali già esistenti.
Permangono comunque alcuni nodi irrisolti, come il target di riduzione dei consumi, l’installazione forzosa di pannelli solari o le sanzioni per gli Stati inadempienti. Ma, come ha sintetizzato Isabella Tovaglieri, relatrice ombra della proposta comunitaria, «se ne riparla (forse) a dicembre».
A quel punto, però, essendo a sei mesi dalle Elezioni Europee del giugno 2024, le euro-istituzioni saranno già in fase di dissoluzione. E se, come sembra, la prossima maggioranza all’Eurocamera sarà spostata su posizioni molto più conservatrici rispetto all’attuale, appare lecito tirare un sospiro di sollievo definitivo.
Non a caso, ancora l’europarlamentare leghista, citata pure da Sky TG24, ha cinguettato che «l’ambientalismo ideologico» ha perso, una volta di più. I portafogli delle famiglie italiane, non così impazienti di finire al verde, ringraziano sentitamente.