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Caso Moro: accusato di concorso in omicidio Pieczenik

E’ stato super consulente U.S.A. di Cossiga e Andreotti

ROMA – Il pg di Roma Luigi Ciampoli ha chiesto alla Procura della Repubblica di procedere formalmente a carico del  funzionario del Dipartimento di Stato U.S.A  Steve Pieczenik, che lavorava con l’allora ministro degli interni Francesco Cossiga nel comitato di crisi istituito il 16 marzo 1978, giorno del rapimento di  Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse. “Vi sarebbero gravi indizi di un suo concorso in omicidio”, ha dichiarato il pubblico ministero.
Pieczenik, inviato in Italia del governo americano, era il superconsulente USA del governo di Gulio Andreotti e soprattutto di Francesco Cossiga  per la gestione della crisi aperta dopo il rapimento dell’ex presedente della DC. Ipotesi concorso in rapimento anche per Guglielmi (Sismi), che però è morto. Da archiviare invece  l’inchiesta sui due a bordo della Honda perché non è stato possibile identificarli.

Pieczenik, psichiatra, esperto di terrorismo, lauree alla Cornelle e ad Harvard e specializzato al Mit, nella sua inquietante ambiguità è sempre uno dei grandi misteri del sequesatro Moro. Considerato dagli storici il ‘commissario straordinario’ inviato dagli Usa per conto dell’Occidente per gestite la crisi  in sostituzione (più che in appoggio) del governo italiano, per gestire la crisi politica, in un periodo di consenso sempre crescente del del P.C.I.  in Italia e il “pericolo” che i comunisti potessero entrare nel governo, grazie a Moro. 
Nel 2008, in un libro-intervista pubblicato a trent’anni dagli avvenimenti, Pieczenik ruppe il silenzio, dichiarando apertamente di “aver portato avanti un piano di anipolazione strategica perché si arrivasse all’uccisione di Aldo Moro, obiettivo irrinunciabile nel contesto della ‘stabilizzazione’ dell’Italia, unico paese dell’Occidente dove un partito comunista stava per avere accesso al governo”. “Fino alla fine ho avuto paura che lo liberassero”, aggiunse Pieczenik.

Ciampoli, ascoltato dalla commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Moro, ha anche detto: “L’uccisione di Aldo Moro non fu un omicidio legato solo alle Brigate Rosse. Sul palcoscenico di via Fani c’erano i nostri servizi segreti e quelli di altri Paesi stranieri interessati a creare caos in Italia”. Abbiamo chiesto alla Procura di Roma di approfondire ai fini della configurazione di un reato la posizione di Steve Pieczenik che riteniamo possa essere l’ispiratore dell’omicidio di Aldo Moro. La sua autoreferenzialità era esasperata e quasi schizofrenica – ha detto il pg – perché lui in una intervista a Giovanni Minoli su Rai Storia raccontò che Moro doveva morire perché in questo modo si sarebbero destabilizzate le Brigate Rosse. Noi abbiamo acquisito il cd di quell’intervista televisiva e tutto il girato completo” , ha concluso il PG“,  e siamo convinti  che la sua posizione meriti un approfondimento da parte della Procura”.

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