Caso Weinstein, la teste Anna Lola Pagnani: “Asia Argento mente”
Caso Weinstein: emerge un teste, Anna Lola Pagnani, romana del ‘72, che accusa Asia Argento di falsa testimonianza
Caso Weinstein: emerge un teste, Anna Lola Pagnani, romana del ‘72, che accusa Asia Argento di falsa testimonianza.
Harvey Weinstein è un noto produttore di Hollywood, famoso in tutto il mondo, accusato di molestie e abusi sessuali compiute su diverse attrici più o meno note. A Ottobre 2017 il New York Times e il New Yorker riportano serie accuse sessuali nei confronti del produttore, violenze compiute su una dozzina di donne. Weinstein smentisce le accuse ma poco dopo viene licenziato dalla sua azienda, lasciato dalla moglie ed espulso da diverse associazioni professionali.
Le prime accuse a Weinstein risalgono alla fine degli anni 90 quando Gwynet Paltrow fa delle allusioni sul suo comportamento. Nel 2015 è il New York Times a sostenere che Weinstein sia stato interrogato dalla polizia per aver palpeggiato Ambra Gutierrez, una modella italiana di 22 anni. Le accuse non finiscono qui: nel 2017 diversi giornalisti del New York Times parlano di comportamenti sessuali inappropriati messi in atto dal produttore.
L’Huffington Post dichiara Weinstein colpevole di reati sessuali compiuti su 93 donne tra cui Angelina Jolie, Eva Green, Gwynet Paltrow e l’italiana Asia Argento. Proprio quest’ultima sembrerebbe essere stata un testimone chiave per condannare Weinstein. Asia Argento ha detto al The New Yorker che nel 1997 Weinstein l’ha invitata in una camera d’albergo e l’ha violentata con un rapporto orale, nonostante la donna gli avesse chiesto ripetutamente di smettere.
Ma se Asia Argento avesse mentito?
Nei tribunali newyorkesi e nelle procure romane sta circolando un verbale di investigazioni difensive che andrebbe a riaprire il caso del famoso “produttore orco” che avrebbe abusato di un centinaio di donne. Infatti, una donna italiana, ora regista, di nome Anna Lola Pagnani, sostiene che Asia Argento abbia mentito e la accusa dunque di falsa testimonianza. La Pagnani afferma che Asia Argento non avesse conosciuto Weinstein nel maggio del ‘97, ma precedentemente, a gennaio dello stesso anno.
“C’ero. Eravamo a una festa a New York col regista Abel Ferrara col quale avevo lavorato, lì facevo apprendistato mandata da Lina Wermuller con cui nel ’91, da prima ballerina dei Momix, io avevo aperto il G7. Lina mi aveva presentato ad Harvey Keitel che mi aveva introdotto nel mondo di Ferrara e al backstage del suo film New Rose Hotel che stava girando proprio con Asia”.
Ecco le parole della Pagnani in un’intervista. “Asia dice di essere stata invitata, nel maggio ’97, a Cannes ad una festa delle Miramax che poi non ci sarebbe stata, di avere lì incontrato Harvey per la prima volta e di essere stata violentata. Invece la festa c’era eccome; e io mi ricordo lei, bella come il sole, entrare in un salottino prima della sala della festa ed avvinarsi a me e ad Harvey. Dopodiché li lasciai soli, pensavo a parlare di lavoro. Harvey ha fatto molti incontri in quella serata, com’era normale. Ma so per certo che non c’è stata alcuna violenza in stanza da Harvey”.
Come fa la Pagnani a essere così sicura di questa mancata violenza?
La donna afferma che non sia avvenuta alcuna violenza nei confronti di Asia Argento perché nel letto del produttore c’era proprio lei. La Pagnani dunque era l’amante di Weinstein ma “nel rispetto di moglie e figli”, a detta sua.
Ma Weinstein è innocente?
La Pagnani sostiene che Weinstein sia sempre stato un donnaiolo ma che non avrebbe mai potuto compiere violenza sulle donne che lo hanno accusato. “Per me Weinstein è un assoluto gentleman”. Un gentiluomo che però è finito in galera. Secondo la donna, se lui parlasse farebbe cadere il mondo e probabilmente verrebbe ucciso. “Perlomeno è in galera ma ancora vivo. Epstein l’ha fatto ed è morto”.
Intanto in una sentenza di febbraio 2020, una giuria di New York lo giudica colpevole di stupro di terzo grado nei confronti dell’attrice Jessica Mann.
Le dichiarazioni di Anna Lola Pagnani potrebbero però riaprire il caso che ha scandalizzato Hollywood e il mondo intero ma intanto l’uomo, innocente o meno, resta in carcere.