Cerchiobottismo di Governo, ecco la vera ratio del nuovo Dl Covid
Il Premier Draghi conferma (anzi, peggiora) la linea dei “rigoristi” sulle restrizioni: che però potranno essere allentate dopo metà aprile, come chiedevano gli “aperturisti”
È il cerchiobottismo di Governo la vera ratio del nuovo Dl Covid approvato dal Consiglio dei Ministri e valido dal 7 al 30 aprile prossimo. Non che fosse impronosticabile, considerata la maggioranza ecumenica che sostiene il Premier Mario Draghi. Il quale dunque, senza grosse sorprese, ha optato per un compromesso che fa contenti tutti. A parte, naturalmente, gli Italiani.
Il cerchiobottismo di Governo
Anche stavolta l’agognato cambio di passo ci sarà la prossima volta. Il Decreto Legge contenente le «misure urgenti per il contenimento» della pandemia ha infatti prorogato le disposizioni previste dall’attuale Dpcm, in scadenza il 6 aprile. Anzi, le ha perfino inasprite, considerando che le visite a parenti e amici saranno vietate in zona rossa, e limitate al territorio comunale in zona arancione.
Non a caso, ha espresso «soddisfazione» Roberto Speranza, titolare nomen omen della Salute. Nonché capofila dell’ala rigorista e – ipso facto – Ministro più nefasto dell’esecutivo.
Le tensioni interne restano però alte, e non a caso SuperMario, proprio in nome del cerchiobottismo di Governo, ha lanciato un segnale anche al fronte aperturista. Assicurando «un impegno politico a valutare misure meno restrittive a partire da metà mese». Più o meno dal 15 aprile, dunque, sarà possibile tornare in zona gialla in presenza di un miglioramento del quadro epidemiologico e dell’avanzamento della campagna vaccinale.
Il meccanismo dell’eventuale ripartenza non sarà comunque automatico come chiedevano vari esponenti del centrodestra, a cominciare dal leader del Carroccio Matteo Salvini. Il quale, pur ribadendo la lealtà della Lega all’ex Governatore della Bce, ha cinguettato tutto il suo disappunto. «Non si possono rinchiudere fino a maggio 60 milioni di persone», il j’accuse, «per scelta politica, non medica o scientifica» dell’inquilino di via Lungotevere Ripa.
Difficile dargli torto. Non foss’altro perché, com’è ormai acclarato, con Speranza non ci sarà mai speranza.